Era convinto di essere vittima di molestie da parte dalla vicina di casa, al punto da sporgere denuncia contro di lei. Ma incredibilmente tutto si è completamente ribaltato nel tempo: alla fine è finito lui sotto processo ed è anche stato condannato per calunnia. L’incredibile storia si è verificata a Palermo, nel quartiere di Resuttana. In una tranquilla palazzina il buon vicinato e la gentilezza hanno finito per essere travisati. Vicenda che addirittura è sfociata nelle aule di un tribunale.

La convinzione

L’uomo, 64 anni, si era convinto che la vicina di casa lo importunasse. Ha raccontato che quasi ogni giorno bussava alla sua porta, che gli facesse dei sorrisi maliziosi, che per ogni scusa banale provasse in qualche modo a parlargli. Lui ad un certo punto non ce l’ha fatta più e si è presentato dai carabinieri della stazione di Resuttana Colli. A loro ha raccontato le sue sensazioni, anzi per meglio dire convinzioni. Mai si sarebbe aspettato che quelle parole potessero addirittura ritorcersi contro di lui.

La denuncia archiviata

I carabinieri avviano le indagini e cominciano a sentire i vicini di casa dell’uomo e della presunta molestatrice. Nessuna però conferma quelle accuse. Incredibilmente nemmeno la moglie del 64enne che sostiene che mai avrebbe notato degli strani atteggiamenti da parte della donna. Insomma, il marito si sarebbe fatto il più classico dei “film in testa”. In realtà quegli atteggiamenti non sono mai stati visti come pressanti persino dalla coniuge del 64enne che ha parlato di toni gentili e garbati ma mai di molestie. Denuncia che quindi non trova sponde e viene archiviata.

La controdenuncia e il processo

Quella che era stata indicata come molestatrice non ci sta e decide di denunciare l’uomo per calunnia. Al processo ovviamente vengono sentiti i carabinieri rispetto al materiale raccolto. Non ci sarebbe stata mai alcuna molestia e quindi la donna avrebbe avuto demolita la propria immagine da un’accusa infamante. Il 64enne opta per il rito abbreviato e viene condannato a un anno e 4 mesi per calunnia oltre ad un risarcimento per danni d’immagine di 7 mila euro.

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