Da un disastro ambientale all’altro. Dopo il fuoco che ha distrutto la riserva naturale di Capo Gallo e la collina di Pizzo Sella, adesso la minaccia arriva dal mare. Questo pomeriggio il litorale della località balneare più amata dai palermitani è letteralmente invasa da quelle che impropriamente vengono chiamate alghe, ma in realtà sono piante morte di poseidonia. E’ la seconda volta in questa stagione che Mondello diventa praticamente impraticabile ai turisti a causa di questa “Invasione” naturale. Nella seconda metà di giugno, la Rap aveva provveduto alla rimozione dei banchi di poseidonia spiaggiati a riva.  I banchi di poseidonia ostruiscono l’accesso al mare dallo stabilimento balneare sino alla zona portuale. Situazione leggermente migliore per il tratto di spiaggia opposto, verso Valdesi.

Senza la poseidonia, il mare muore

Al di là delle difficoltà per i bagnanti, anche questa crisi non andrebbe sottovalutato, dal punto di vista dell’emergenza ambientale.  Secondo alcuni analisti, l’accumulo di poseidonia è l’altra faccia del cambiamento climatico. Quella pianta è fondamentale per far respirare il mare. La Poseidonia cresce esclusivamente nel Mediterraneo ed ha un ruolo  fondamentale nell’ecosistema. E’ una pianta a tutti gli effetti, con radici, foglie, fiori e semi, rappresenta uno dei luoghi più ricchi di biodiversità: un ettaro di Posidonia può infatti ospitare fino a 350 specie diverse. L’importanza di questa pianta risiede anche nella sua capacità di produrre ossigeno e assorbire anidride carbonica, tramite il processo di fotosintesi clorofilliana: un metro quadrato di prateria di Posidonia oceanica può generare fino a 20 litri di ossigeno al giorno e immagazzinare in media circa 65 g di carbonio all’anno, contribuendo a contrastare l’effetto serra.

 

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