Un viaggio crudo e senza sconti dentro il degrado di Mondello, tra rifiuti abbandonati e indifferenza collettiva. Un grido di denuncia che chiama a raccolta la coscienza civile di Palermo.

Un grido che attraversa Palermo

Non è l’ennesima denuncia sui rifiuti abbandonati nella spiaggia di Mondello. Sarebbe troppo facile ridurre tutto a un lamento estivo, a un rituale già visto e ripetuto ogni anno. Questa storia è diversa, perché tutti la conosciamo, la vediamo ogni giorno, e proprio per questo fa ancora più male. È un grido che vuole risuonare da Capo Gallo fino all’ultimo lembo della costa sud, attraversando il cuore della città, tra chiese, mercati e vicoli.

La verità nuda e cruda

Occorre affermarlo chiaramente, senza mezze misure: il palermitano è incivile. Una verità che brucia e che nessuno ha più il coraggio di gridare. Questa mattina, sulla spiaggia, si è consumata l’ennesima scena dolorosa: gruppi di ragazzi e adulti stendevano il telo a un metro dai cumuli di rifiuti. Resti di pizze, bottiglie, sacchetti di plastica. Ovunque. Nessuno vedeva, o meglio: tutti vedevano, ma fingevano di niente.

Il gesto solitario e la rassegnazione

Ho raccolto mezzo sacco di spazzatura, a mani nude. L’unico ad aiutarmi? Un turista, uno solo, che con amarezza ha commentato: “People are stupid.” Aveva ragione. Ma qui la situazione è persino peggiore: non si tratta soltanto di incuria. Qui c’è una rassegnazione profonda, atavica. Un’abitudine al degrado, un’anestesia collettiva. Abbiamo accettato che la nostra bellezza debba convivere col marcio, che il mare profumi di plastica e sudiciume, che la città più bella del mondo venga trattata come una pattumiera a cielo aperto.

La favola della costa libera

Smettiamola anche con la favoletta che “la costa deve essere libera”. Libera da cosa? Dai controlli? Dalla civiltà? Chi pensa che si possa lasciare la costa priva di regole è un illuso. Il palermitano non è in grado di tenere pulita una spiaggia. E basta con la scusa della mancanza di cestini: se sei civile, l’immondizia te la porti via e la butti dove devi. Punto.

L’amore per la propria terra

Io questa costa la conosco. Ci ho vissuto. La amo, la soffro. E ti dico che preferisco l’inverno, quando il vento e il silenzio spazzano via gli incivili, quando non c’è nessuno a violentare questo golfo, il nostro mare, la nostra Palermo.

Non più indignazione ma assuefazione

Non c’è indignazione. C’è assuefazione. Ci sdraiamo accanto all’immondizia come fosse normale. E chi si ferma, chi raccoglie, chi si indigna… viene visto come un fastidio, un ingenuo, un pazzo.

Vergogna, dignità, ribellione

Non servono altri post su Facebook. Non servono like o condivisioni. Serve vergogna, serve dignità, serve ribellione. Mondello non si salva con i social. Mondello si salva solo quando qualcuno, finalmente, avrà il coraggio di dire: basta.