Mentre i raid israeliani su Gaza si intensificano, a Palermo proseguono le manifestazioni di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. L’ultima non è certo passata inosservata: una bandiera della Palestina è stata infatti affissa su una parete rocciosa di monte Pellegrino. Un’azione che sorprende anche i più riflessivi sulle modalità di esecuzione del progetto: la bandiera infatti non è di piccole dimensioni ed è posta in una zona del monte difficile da raggiungere.

Nel frattempo, Israele intensifica l’offensiva su Gaza City espandendo sempre di più il bagno di sangue con circa un milione di civili in fuga.

Solidarietà verso il popolo palestinese

La maestosità e l’importanza del promontorio palermitano fa da palcoscenico ad un’immagine che trasmette un messaggio chiaro: fermiamo la guerra. La scelta del “promontorio più bello del mondo”, così come lo aveva descritto Goethe, non è causale e l’installazione della bandiera è un atto di solidarietà verso il popolo palestinese ma anche un manifesto a non dimenticarci il massacro umanitario che è attualmente in corso in quelle zone.

Le manifestazioni a Palermo

Palermo è tornata a mobilitarsi per il popolo palestinese, con una manifestazione che è stata indetta dalla comunità palestinese insieme a varie realtà sociali, associative e studentesche per richiedere alla Regione Sicilia l’immediata interruzione delle collaborazioni militari, istituzionali e commerciali con Israele.

A tal proposito gli attivisti palermitani si sono dati appuntamento lo scorso 28 giugno al Foto Italico manifestando la propria contrarietà anche attraverso un testo di indizione che cita: “È stato il momento di far sentire ancora una volta la nostra voce. È stato il momento di stare dalla parte della giustizia, della libertà, della resistenza. Mentre sono continuate le aggressioni militari di Israele in Palestina e in tutto il Medio Oriente, non siamo rimasti in silenzio. La Sicilia ha dovuto dire BASTA alla complicità con chi ha bombardato, occupato e represso. L’escalation di guerra ha continuato ad alimentare profitti miliardari sulle industrie belliche, e l’Italia è rimasta responsabile e alleata delle forniture di armi all’entità sionista: le basi militari di Sigonella e quella americana del Muos a Niscemi sono stati solo alcuni dei punti da cui la guerra è passata dalla nostra isola attraverso il Mediterraneo. Siamo scesi in piazza per chiedere alla Regione Siciliana di rompere ogni accordo con il governo Netanyahu. Abbiamo detto basta alla cooperazione militare, commerciale e istituzionale. Basta silenzi, basta ipocrisie. La nostra terra non è stata complice di chi semina morte. Palermo, città mediterranea e solidale, si è unita alla resistenza dei popoli oppressi. Abbiamo portato con noi bandiere palestinesi, cartelli, voce e determinazione. Abbiamo fatto rumore per costringere le istituzioni a prendere una posizione chiara e netta. Abbiamo fatto sentire che il popolo siciliano è stato dalla parte della Palestina.”