“Dall’autopsia è emerso che Simona è morta per annegamento. Per stabilire le cause bisognerà però aspettare i risultati finali. Anche gli esami tossicologici. Gli esiti si conosceranno a fine agosto”.
Parla la cugina Gabriella per tutta la famiglia della giovane pallavolista morta a Bagheria sabato scorso durante una festa di laurea annegata in piscina. Tutta la famiglia ha atteso l’esito degli esami in un cortile nei pressi dell’istituto di medicina legale. Una lunga attesa. L’esame è iniziato attorno alle 10 e gli avvocati e i consulenti di parte sono usciti attorno alle 13 e 30. L’avvocato Gabriele Giambrone e il consulente di parte Fabrizio Ammoscato sono stati insieme ai familiari più di mezzora a chiarire quanto emerso dagli esami eseguiti dal medico legale Tommaso D’Anna, Simona Pellerito, Emiliano Maresi e Giuseppe Lo Re.
“Quello che bisognerà capire è se questo annegamento è stato causato per un malessere o causato da qualcos’altro – aggiunge la cugina – Abbiamo detto che è difficile pensare che una ragazza sportiva che sa nuotare così bene non sia riuscita a salvare, e che anneghi in questo modo in una piscina alta massimo due metri. Dobbiamo quindi sapere se è stata male e poi è caduta in piscina e poi morta per annegamento e perché se ha perso i sensi ed è caduta in acqua. No, abbiamo fiducia nella magistratura e in quello che sta facendo”.
Avvocato della famiglia
“Si deve adesso accertare se il malore sia stato provocato da una causa naturale, oppure se sia stato indotto da sostanze che la giovane ha ingerito o che qualcuno le ha fatto ingerire come droghe o alcool. Per questo dobbiamo attendere l’esame tossicologico. Presenteremo un’istanza alla procura per aumentare lo spettro degli esami anche a tutte le droghe sintetiche. Dall’esame è emerso che non c’erano patologie al cuore, anche se la procura chiederà tutta la storia agonistica di Simona”.
A parlare è l’avvocato Gabriele Giambrone che assiste la famiglia di Simona Cinà la giovane pallavolista morta a Bagheria durante una festa di laurea. “Quello che emerge dall’autopsia e che la ragazza morta annegata era viva quando è finita in piscina – aggiunge Giambrone – Per avere i risultati ci vorranno circa 30 giorni e 45 per quello tossicologico. I familiari cercano un po’ di pace e vorranno occuparsi solo di organizzare il funerale per Simona. Vogliono un po’ di intimità per elaborare questo grave trauma che hanno subito. Soprattutto adesso che hanno avuto la quasi certezza sulla causa della morte”.
“Oltre al malore per cause naturali o indotte da alcol o droghe c’è anche una terza possibilità. Che Simona sia scivolata nei pressi della piscina abbia sbattuto la testa e abbia perso i sensi. Nel corso dell’autopsia sarebbe stato trovato un piccolo segno sotto la nuca.
I medici hanno escluso la rilevanza questa ipotesi, ma mi sembra di aver capito che ci sia un piccolo trauma cranico alla testa”. Lo ha detto l’avvocato Gabriele Giambrone non appena si è conclusa l’autopsia sul corpo di Simona Cinà la giovane pallavolista morta in piscina durante una festa di laurea a Bagheria.






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