“Lo ricordo con grande affetto filiale. Io arrivai a Palermo da parroco di Modica, quando lo incontrai le sue prime parole furono: ‘Promettimi di rimanere quello che sei’. Per me è una grande mancanza, un lutto che dovrò elaborare, ma anche una certezza: continuerà a motivarmi, a guidare i miei passi”.
Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, incontrando i giornalisti ricorda Papa Francesco che nel 2015 lo scelse come guida della Diocesi. Il presule non ha trattenuto la commozione ripercorrendo gli “innumerevoli” ricordi che lo legano a Bergoglio. Sabato anche lui sarà a Roma per partecipare ai funerali di un Pontefice che resta “una pietra miliare per tutti noi”.
“Giovanni Paolo II non ha detto ai mafiosi siete scomunicati, ma convertitevi. Anche ai mafiosi deve arrivare la parola che dice ‘voi siete lontani da Dio mille miglia, ma avete l’opportunità di tornare, di cambiare vita’. E’ bene che arrivi la certezza che un mafioso non si può considerare cristiano, ma per lui può arrivare il Vangelo perché cambi il suo stile di vita e dal male, dalla violenza, passi a essere un uomo che sceglie il bene e che, pentito, ripari tutto il male che ha seminato con la sua esistenza”. Lo ha detto il vescovo di Palermo, Corrado Lorefice.
Da Papa Francesco in questi anni è arrivato “un monito per chi si dice cristiano ma adotta la logica dei muri e dei respingimenti, che ormai sappiamo essere propedeutici ai campi di concentramento in Libia e Tunisia. Se è vero che non può essere solo l’Italia ad affrontare il fenomeno (migratorio, ndr), è altrettanto vero che non possiamo nasconderci dietro un dito: se in mare qualcuno sta affondando va salvato perché fa parte dell’unica famiglia umana”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, incontrando i giornalisti, ha ricordato l’impegno di Papa Francesco per i migranti e la sua prima visita pastorale a Lampedusa nel 2013. “La mobilità umana è un diritto”, ha detto ancora monsignor Lorefice, tornando a ringraziare le ong. “Oggi vengono colpevolizzate, ma queste le ong ricordano all’umanità intera che gli uomini si salvano, io li ringrazio e li benedico. Sono un monito per l’ipocrisia che si respira in tutti gli ambiti”.
“Ogni Papa è quello che Dio sceglie. Ci possono essere logiche umane, ma, al momento giusto, gli uomini si devono assoggettare a quello che lo Spirito suggerisce. Ogni tempo avrà il Papa che il Signore vuole per quel tempo, perché il Vangelo è una parola di bene, di verità, di salvezza che non deve arrivare al cervello degli uomini, ma alla vita, alla storia degli uomini che conoscono ancora lo strapotere del male e, quindi, della morte”. A dirlo è stato l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se ci sia il rischio che il percorso di rinnovamento avviato da Papa Francesco possa essere interrotto. Monsignor Lorefice ha ricordato che “ognuno di noi deve essere un seminatore di bene, di giustizia e, soprattutto, di pace in questo momento in cui i grandi del mondo, pieni di se stessi, direi narcisi, pensandosi onnipotenti, vogliono riportare la storia degli uomini al vecchio secolo, al vecchio millennio. Come ci ha detto Papa Francesco siamo dentro a una Terza guerra mondiale a pezzi, noi, però, non temiamo perché ci sono tanti uomini, tante donne di buona volontà e innamorati del Vangelo che oggi stanno fecondando di bene e di pace anche questa storia, questo travaglio immenso che vive la famiglia umana”.
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