• Evento sulla ceramica palermitana presentate da Evelina De Castro, Alberto Samonà e Bernardo Tortorici  a Palazzo Abatellis,
  • Le mostre si  tengono a Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e all’Oratorio dei Bianchi
  • In esposizione la tradizione produttiva palermitana dalla prima metà del Settecento

La storia della ceramica prodotta nel Settecento a Palermo diventa una mostra. Il progetto è stata presentata oggi a Palermo, a Palazzo Abatellis, e si chiama “Duchi, Baroni e signori in fabbrica”, evento speciale che conclude il festival Restart. La mostra si tiene in tre differenti location (Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e Oratorio dei Bianchi) e in  ciascun sito viene esposta la produzione di una delle tre  fabbriche palermitane di quel periodo storico.

Evelina De Castro – direttrice della Galleria Museale di Palazzo Abatellis -spiega così la genesi di questa iniziativa culturale: “L’antologia di opere che presentiamo nei tre siti deve ricordare ai palerrmitani la ricchezza e la varietà delle collezioni di ceramiche di età borbonica prodotte, in quell’epoca, nelle fabbriche della nostra città”.

In ciascuno dei siti che ospitano la mostra – continua De Castro – sono esposte opere selezionate che rappresentano la produzione delle tre  fabbriche di quel periodo storico.  Quelle opere erano anche destinate all’esportazione ed oggi ricostruiscono anche la storia del variare del gusto”. Le opere esposte provendono dalla produzione di Sperlinga – che aveva la sede a Malaspina – , Malvica, il cui opificio era ai piedi della Rocca di Monreale e la Martinez, terza azienda che si dedicò a partire dalla fine del settecento alla produzioni di ceramica“.

Per favorire la fruizione delle opere di ceramica, i manufatti dell’epoca sono presentati con arredi risalenti a quel periodo storico: “una contestualizzazione necessaria – spiega De Castro – per comprendere gli stili dell’epoca“.

Per Bernardo Tortorici, presidente degli Amici dei Musei Siciliani e organizzatore di Restart, “chiudere il festival con l’inaugurazione di una mostra è un bellissimo segnale, una chiusura con una ripartenza, proprio qui da Palazzo Abatellis, che si è dimostrata una istituzione particolarmente vivace. Proprio qui all’Abatellis si sono svolte tante delle iniziative del festival”.


 

 

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