Residenti e commercianti non sanno più cosa fare e a chi rivolgersi. Perché loro vorrebbero soltanto vivere e lavorare serenamente nel centro storico di Palermo, esattamente della zona di piazzetta Monteleone e piazzetta Angelina Lanza. Vogliono dire ‘basta’ ed hanno costituito anche il Comitato di quartiere Olivella-Monteleone.

Il presidente Mario Varvaro, descrive qual è la quotidianità in quella ‘porzione’ di Palermo.

Ecco cosa racconta: “Risse continue e schiamazzi senza limiti, atti di vandalismo, libero consumo di droghe anche in pieno giorno, orde di minorenni che cominciano a bere alcoolici già nel primo pomeriggio e fanno sesso all’aperto, deturpazioni degli edifici, danneggiamenti ad automobili e all’arredo urbano, musica ad alto volume anche nelle ore notturne: è questo il nuovo volto offerto ai turisti nella zona di piazzetta Monteleone e piazzetta Angelina Lanza. Quella che era un’oasi di pace fra il Teatro Massimo e la Rinascente, nel cuore del centro storico, si è rapidamente trasformata in una “terra di nessuno” dove tutto – davvero tutto – è ormai possibile”.

I residenti ed i commercianti hanno profato “a dialogare con le Istituzioni. Senza risultati. Con l’unica eccezione della RAP, infatti, le richieste di intervento e le proposte di collaborazione, avanzate da singoli e dal Comitato, sono rimaste prive di riscontro”.

Una situazione ormai estrema ma non improvvisa, le ‘avvisaglie’ c’erano da tempo: “Non è storia antica: si è lasciato che ciò accadesse nel giro degli ultimi due anni, abbandonando a se stesso un luogo in cui vivono e lavorano cittadini palermitani. Persone che potevano prima dormire la notte e alzarsi per andare a lavorare, aprire le finestre senza sentire urla animalesche e bestemmie, camminare di sera sotto casa loro, entrare e uscire dal loro portone, ora non lo possono fare più. Pensate se succedesse a casa vostra!
Pensate se vi capitasse di restare anche per ore senza poter accedere nella vostra abitazione per i veicoli selvaggiamente posteggiati da parte dei festaioli della notte, pensate se tavolini che occupano abusivamente il suolo pubblico e una massa enorme di gente che pensa solo a divertirsi, comprensiva di ubriachi all’ultimo stadio, bloccassero l’accesso ai soccorsi medici mentre avete un infarto. Qui è successo, e a un’autoambulanza chiamata d’urgenza è stata impedita la possibilità di intervenire.
È il mancato rispetto della normativa vigente, è l’assoluta assenza dello Stato sul territorio che hanno portato a questo degrado che non conosce precedenti. Un degrado di cui si vedono ancora i segni nelle mattinate che seguono le notti brave della ‘movida selvaggia’: dal tappeto di bottiglie e bicchieri di plastica alle pietre lanciate nel corso delle risse; dal vomito agli odori nauseabondi provenienti da angoli che si sono tramutati in latrine a cielo aperto”.

Prosegue il Comitato: “La Polizia Municipale, in particolare, continua a tacere a dispetto delle frequenti richieste di intervento. L’inerzia sarebbe giustificata dalla mancanza dei mezzi e del personale che dovrebbero far valere le regole. Che così esistono solamente sulla carta.
Ma fra questi silenzi, ce ne è uno che desta più stupore degli altri: quello del sindaco della città, al quale tutte le comunicazioni sono state indirizzate per conoscenza. E ci si chiede: è davvero così che lui, Orlando, “il sindaco lo sa fare”?
Dietro a questa “non-politica” c’è forse un malinteso senso della tolleranza verso alcuni, che continua a non mostrarsi in grado di garantire nemmeno i diritti fondamentali di tutti gli altri: poter dormire, avere sicurezza per la propria casa e per le proprie cose, avere sicurezza per sé e i propri cari. Chi ha avuto la sfortuna di essere residente o di aprire un’attività onesta in questo nuovo “Bronx” non ha più alcun diritto, perché a qualcuno è sembrato giusto che un intero quartiere della città si trasformasse in un ghetto del divertimento senza regole.
La clientela che sino a pochi mesi fa frequentava i locali storici della zona, locali che da tempo erano riusciti a integrarsi nel tessuto urbano, non si sente più a proprio agio nella nuova cornice fatta di illegalità e di rischio personale. E se ne va altrove. A essa si sono sostituiti branchi di ragazzi, molti dei quali minorenni, che hanno conquistato uno spazio nel quale sanno che non esiste più alcun limite. Giovani che forse a casa loro sanno dove si butta l’immondizia, ma che in piazzetta Angelina Lanza ritengono di potere lasciarla sulla soglia di casa altrui o trasformare i portoni degli altri in orinatoi.
Ignorati dalle competenti autorità, alcuni aderenti al Comitato si sono visti costretti a organizzare un servizio privato di vigilanza per la sicurezza, almeno in alcune notti. A proprie spese, ovviamente. Perché di fatto sono loro negati i servizi che dovrebbero essere assicurati con le tasse che pagano già.
Palermo sarà presto capitale della cultura. È forse la cultura della illegalità?”.

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