Approda anche a Striscia la notizia il caso delle ‘multe pazze’ a Palermo. Sono migliaia di verbali elevati dalla polizia municipale oggi a rischio a causa della possibile “inesistenza” delle notifiche effettuate da un servizio postale privato.

Lo ha denunciato la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo Nadia Spallitta.

In particolare il Comune ha affidato nel 2011 alla Sispi la gestione dei verbali relativi alle sanzioni al Codice della Strada invitando la società ad avvalersi di personale comunale. La scelta derivava dalla asserita maggiore economicità rispetto ad una gestione affidata all’ente Poste. Se non che il servizio, appaltato inizialmente (nel 2011) alla Sispi per un costo di 1,7 milioni di euro costa oggi 3,4 milioni di euro, di gran lunga superiore ai costi del servizio con l’ente Poste (2 milioni di euro circa).

Il caso è finito, adesso anche a striscia la notizia con un servizio di Stefania Petyx che ha affrontato la vicenda anche dal punto di vista della ‘bolgia’ che si è creata negli uffici per la mole di cittadini che, ricevuto l’avviso bonario, vanno a chiedere spiegazioni e a presentare istanze per l’annullamento (GUARDA IL SERVIZIO DI STRISCIA)

I cittadini che non hanno pagato possono impugnare i verbali in qualsiasi momento con probabile esito vittorioso. In primo luogo perché la notifica viene considerata “inesistente” e quindi non produttiva di effetti, in secondo luogo perché per legge le multe devono essere comunicate al cittadino entro 90 giorni a pena di decadenza. Il Giudice di pace di Palermo ha via via accolto i ricorsi dei cittadini fondati su questi argomenti, proprio sulla scorta della posizione della Cassazione.

Del caso BlogSicilia si era occupato in questi giorni (leggi qui)ma oltre al tema dell’annullamento e dunque della perdita di risorse da parte del comune c’è anche una quantità di avvisi bonari che rappresenterebbero ‘cartelle pazze’, anche se ancora non hanno effetto di cartella esattoriale in quanto le multe risulterebbe inesistenti o già saldate.

Per il Comune si tratta di una quota di errore fisiologico perché ben il 93% dei cittadini dopo aver ottenuto le informazioni richieste ammette di dover regolarizzare la propria posizione mal’Unione dei consumatori annuncia l’avvio di una azione collettiva contro gli avvisi bonari di Palermo