E se il ribaltonismo che ormai da qualche decennio travaglia la politica siciliana, da malattia acuta si fosse trasformata in male endemico? Non ci sarebbe speranza per la nostra povera terra.

Sembra che dopo Lombardo e Crocetta, anche Nello Musumeci sia destinato a percorrere questa strada impervia che non ha portato fortuna ai suoi predecessori.

A tifare perché ciò accada è soprattutto il Movimento 5 Stelle che non vede l’ora di entrare nel governo della Regione. Il leader siciliano dei grillini, Giancarlo Cancelleri, non ha ancora digerito la sconfitta di novembre ed intende entrare nella stanza dei bottoni, anche perché quello in corso è il suo secondo ed ultimo mandato elettorale. Anche per Musumeci – lo ha detto lui – questa dovrebbe essere la sua ultima esperienza politica. Ma si comporta come se fosse all’inizio della sua carriera che invece risale ai tempi del Msi di Giorgio Almirante.

Ha fretta Cancelleri, ma tanta di quella fretta da non accorgersi che già il suo partito ha una forte presenza nella giunta Musumeci: Alberto Pierobon – assessore ai Rifiuti, Acqua ed Energia – nominato in quota Udc , ma contestualmente consulente a titolo gratuito del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, voluto dal vicepremier Luigi Di Maio. Secondo alcune indiscrezioni, Pierobon sarebbe stato l’artefice di alcuni incontri romani tra Musumeci ed esponenti di primo piano del M5s.

E così, l’uomo venuto dal Nord che, oltre ad insegnare ai siciliani come smaltire i rifiuti, avrebbe dovuto essere un esempio di linearità per gli scalcinati politici siciliani – se fosse vero ciò che si racconta in giro – sarebbe il primo assessore voltagabbana del governo regionale, passando dall’Udc al Movimento 5 Stelle. Roba da fare arrossire persino gli irrequieti Vincenzo Figuccia e Marianna Caronia che anno abbandonato rispettivamente Udc e Forza Italia per ricongiungersi nella Lega con Musumeci. Se non è trasformismo questo.

Può darsi che nei confronti di Pierobon si raccontino solo frottole, ma per dimostrare che siano parole al vento dovrebbe, quanto meno, rinunciare alla consulenza gratuita al ministro dell’Ambiente. Anche perché, benché numerosi soloni abbiano sostenuto che non c’è incompatibilità tra la carica di assessore regionale e di consulente del ministro, in realtà le due cariche fanno a pugni tra loro.

Dell’assessore grillino ai Rifiuti, si dovrebbe preoccupare il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, non di Musumeci che va a Pontida a cercare sponda in Salvini. Potrebbe trattarsi di una manovra diversiva per celare il vero obiettivo: l’alleanza con il M5s. Però, il presidente della Regione si rivelerebbe un illuso se pensasse che Cancelleri e la sua folta truppa all’Ars non vedano l’ora di puntellare il suo governo. No, l’obiettivo è quello di mandarlo a casa il più presto possibile per consentire a Cancelleri di tentare, tra pochi mesi, la conquista di Palazzo d’Orleans. Perché Giancarlo non può sopportare che il suo amico Luigino sia vicepremier e super ministro, mentre lui rischia l’anonimato.