Nasce il marchio “Qualità sicura, garantita dalla Regione Siciliana” grazie all’approvazione del disciplinare di produzione del latte crudo ovino, caprino e derivati. Secondo l’assessore Regionale all’Agricoltura Edy Bandiera si tratta di una “Svolta importante per la valorizzazione di queste produzioni siciliane”. Si tratta di un marchio che certifica l’origine siciliana dei prodotti caseari ma non solo, anche la loro qualità che viene da una filiera controllata.

Giunge così a compimento l’iter, avviato dall’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, di approvazione, presso la Commissione Europea, del disciplinare di produzione “Latte crudo ovino, caprino e derivati”
per l’utilizzo del marchio “QS” che sta per “Qualità Sicura”, garantita dalla Regione Siciliana, approvato dall’Unione Europea e registrato all’UAMI (Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno). Il marchio, di cui potranno fregiarsi le aziende siciliane, garantisce una qualità superiore dei prodottiagroalimentari, ottenuti mediante l’adozione e il rispetto dei disciplinari di produzione e certificati da organismi di controllo indipendenti. Salgono così a cinque i disciplinari attualmente approvati a Bruxelles. Grano duro e derivati; carne bovina; carne ovina (agnello/agnellone); latte crudo vaccino e derivati.

“Il Governo Musumeci in questi due anni e mezzo ha impresso una grande accelerazione, ottenendo, da parte dell’Unione Europea, l’approvazione di numerosi disciplinari di produzione – afferma l’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera – ciò significa che, tra pochi mesi, i consumatori potranno trovare sui banchi della piccola, media e grande distribuzione, prodotti a marchio cento per cento siciliano”.

L’obiettivo del nuovo marchio di qualità siciliano è quello di “valorizzare le nostre produzioni, renderle riconoscibili e invogliare il consumatore, che va reso edotto, ad orientarsi verso produzioni regionali di qualità. Qualità riconosciuta e certificata – prosegue l’assessore – vuol dire incremento del valore, che si traduce in una maggiore remunerazione della nostra agricoltura e maggiore reddito per l’agricoltore”.

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