“Memorial No Mafia” è un progetto del Centro Siciliano Documentazione “Peppino Impastato”, un’associazione senza scopo di lucro formata da circa 30 persone, per lo più storici e professori che nel corso del tempo hanno scritto libri e raccolto materiale sulla storia del terribile fenomeno mafioso e sulle vittime, tra cui appunto, Peppino Impastato dal quale prende il nome l’organizzazione.

Il progetto momentaneamente è formato da tre mostre: “Sicilian Bandit” curato proprio dal Centro Impastato, che riguarda le vicende dei famosi banditi siciliani tra cui spiccava Salvatore Giuliano; la mostra su Mario Francese, giornalista tragicamente uccisa per mano della Mafia (mostra organizzata dal figlio Giulio, in occasione del 40° anniversario della morte del papà) e infine, il percorso organizzato da Pino Manzella, artista siciliano (cinisense) e storicamente molto vicino a Peppino Impastato.

Le tre mostre sono visitabili in Corso Vittorio Emanuele all’interno di Palazzo Gulì, struttura comunale in concessione al CSD Impastato affinchè possa realizzarsi il progetto. A spiegare nel dettaglio di che si tratta è il curatore della mostra nonchè volontario proprio del Centro, Massimiliano Mendolìa: “I membri del Centro hanno progettato un itinerario museale che possa ripercorrere le orme della Mafia. Il Comune di Palermo ci ha concesso Palazzo Gulì per organizzare il tutto”.

“Nel nostro progetto c’è l’idea di allestire tre piani di questo antico palazzo. Al momento per motivi di sicurezza e burocratici, possiamo utilizzare solo il primo piano, nel quale ci sono appunto le tre mostre. Appena riusciremo a risolvere tutte le pratiche, realizzeremo un percorso multimediale di 16 stanze in cui si parlerà del “fenomeno” dalla A alla Z. Ogni stanza tratterà un tema diverso: dalle stragi, al maxi-processo, passando per la nascita della Mafia nel Medioevo”.

“Noi ci autofinanziamo – afferma Mendolìa -, non prendiamo soldi pubblici e finchè non si deciderà di modificare le norme che ne permettono l’erogazione continueremo per questa strada. Infatti chiediamo delle donazioni, non obbligatorie, a chi viene a trovarci. L’intero progetto, dunque la realizzazione di allestimento dei tre piani, con le relative stanze mutimediali prevede una spesa enorme, circa 2,5 milioni di euro. Ragion per cui stiamo provvedendo anche alla ricerca di fondi privati”.

“In questo momento l’ingresso alle tre mostre è totalmente gratuito. Quando realizzeremo l’intero progetto sarà misto: un percorso rimarrà gratuito mentre un’altra parte sarà a pagamento. Speriamo di poter mantenere aperto al pubblico per tantissimi anni”.

“Il riscontro di visitatori è tanto. Molti turisti ci visitano, sia stranieri che da altre parti d’Italia. Molti ci fanno i complimenti e ci supportano e questo ci rende orgogliosi. Purtroppo noto spesso un po’ di disinteresse da parte dei palermitani – commenta Mendolìa -, i nostri concittadini è come se snobbassero la questione. Molti ci guardano e pensano che sia la solita menata sulla Mafia. Però ci stiamo lavorando, affinchè possa migliorare l’attenzione su questo fenomeno attraverso le nostre attività”.

“Invece, sono felicissimo di constatare che abbiamo enorme successo tra le scuole. Molti istituti vengono a visitarci e prenotano per guardare le mostre, tanto che riserviamo solo per loro gli spazi dal lunedì al giovedì. I ragazzini sono assolutamente coinvolti e percepisco in loro una voglia di apprendere che io non avevo alla loro età  (sorride n.d.r.)”.

In conclusione, qualche critica ricevuta: “Beh quelle ci sono sempre. Ma a noi fa’ piacere perchè quando sei criticato significa che stai seminando bene. La Mafia è un argomento molto particolare, dunque si è sempre soggetti a disappunti. Molta gente sostiene ancora che quando c’erano i boss le persone lavoravano e venivano aiutate. Per non parlare dei complottisti: ci hanno contestato i testi su Salvatore Giuliano (scritti dal presidente dell’associazione Umberto Santino) perchè dicono sia stato sostituito in realtà, dunque che non sia davvero morto nel blitz. Noi comunque andiamo avanti per la nostra strada”.

Un’iniziativa nobile e molto interessante, che consigliamo vivamente a tutti i palermitani di conoscere. La mostra è leggera ma allo stesso tempo profonda e attraente. Libera dalla pesantezza classica di qualsiasi altro museo, riesce seppur in pochi minuti a catturare l’attenzione. All’interno della zona Sicilian Bandit si può anche visionare un bellissimo documentario messo a disposizione dalla Rai su Salvatore Giuliano e la sua banda.

A completare il tutto i bellissimi quadri del “Filo Rosso” di Pino Manzella oltre che le meravigliose didascalie su Mario Francese, che consentono a chi non lo conosceva di comprendere l’importanza assunta da quest’uomo nei tempi in cui parlare di Mafia era un tabù.