Nel marzo scorso ha fatto nascere, insieme all’equipe medica dell’unità di emergenza dell’ospedale Sant’Anna di Torino, un bimbo nella Turchia scossa dal terremoto. Un piccolo che la famiglia, per riconoscenza all’Italia, ha chiamato Sergio Mattarella in onore del presidente della Repubblica. A raccontare la storia il medico palermitano che lavora a Torino, Salvatore Piazza che in quell’occasione – nella lontana Antiochia, una delle città più colpite dal potentissimo sisma che si abbatté ad inizio dello scorso febbraio su Turchia e Siria – non mancò di condividere la sua passione calcistica rosanero.

Fecero il giro del mondo, infatti, gli scatti che lo ritraevano con il bimbo fatto nascere nei pressi di Antiochia avvolto dalla sciarpa del Palermo.

Dario Mirri, presidente del club di viale del Fante, lo ha invitato allo stadio per assistere alla partita di campionato tra Palermo e Spal che si gioca nel pomeriggio al Renzo Barbera di viale del Fante.

Sarà l’occasione per seguire da vicino i suoi beniamini ma anche per raccontare al presidente la sua esperienza in Turchia. Ma anche per raccontare la sua straordinaria storia e farla conoscere al grande pubblico.

Palermo Calcio, un incontro voluto dal presidente

Abbiamo celebrato la sua esperienza sui nostri social – dicono dal Palermo Calcio – e il presidente Mirri  ha organizzato questa giornata per incontrarlo e ringraziarlo. Sarà ricevuto poco prima della partita nel museo del Palermo Calcio. Un luogo importantissimo per la società dove si svolgono tutti gli incontri istituzionali. Un segno di grande rispetto nei suoi confronti.

Piazza “Abbiamo aiutato ricevendo affetto”

Queste le sue parole subito dopo il lieto evento ad Antiochia. “Lavoro in ospedale a Torino. Faccio parte di una unità d’emergenza che si muove in casi urgenti per organizzare ospedali da campo e prestare soccorso. Siamo andati in Turchia, dalle parti di Antiochia, dopo il terremoto. Tanti bambini sono nati, abbiamo aiutato per come è stato possibile, ricevendo in cambio un affetto di cui resteremo per sempre grati”.

Il medico-tifoso

Da tifoso del Palermo, non abbandona mai e che si porta dietro da quarant’anni. “E’ un pezzo del mio cuore – ha raccontato – ma ho scelto di darla a quel bambino. Come un abbraccio e un augurio per un futuro di serenità. Siamo stati lì dal 4 al 18 marzo. E’ un’esperienza che non dimenticherò mai”