Maggioranza ai ferri corti a Palermo che sta attraversando momenti di defibrillazione a causa della diatriba tra il gruppo consiliare di Sinistra Comune, gruppo di riferimento dell’assessore Catania, e il presidente del Consiglio Totò Orlando.

Il pomo della discordia è la presunta incompatibilità della consigliera Giulia Argiroffi che nei mesi scorsi era stata direttore tecnico di una ditta che aveva partecipato a gare d’appalto del Comune senza però aggiudicarsene. Una questione delicata che in questi giorni tiene banco tra gli scranni di Sala delle Lapidi.

Oltre un anno fa il segretario generale fu chiamato a sentenziare sulla presunta incompatibilità. Il burocrate rispose dopo 9 mesi dando vita alla successiva fase del procedimento che coinvolgerebbe il presidente del Consiglio comunale. Così Sinistra Comune ha esternato tutto il proprio disappunto sull’impasse che ha subito l’iter.

“Si rileva con grande disappunto istituzionale – scrive la capogruppo di Sinistra comune Barbara Evola che ha segnalato la questione anche a Prefetto – che sebbene siano trascorsi 14 mesi dalla trasmissione della nostra nota il Consiglio non ha potuto esercitare le sue funzioni obbligatorie previste dalla vigente normativa per il cui esercizio, secondo quanto appreso dal segretario generale, “l’attivazione della fase successiva del procedimento è ora di competenza della presidenza del Consiglio e del dirigente del pertinente ufficio autonomo”.

D’altro canto la “guerra” in Consiglio viene ulteriormente alimentata dalla questione Ztl notturna. Totò Orlando ha voluto mettere in evidenza la posizione dell’assemblea di cui è presidente in merito alle decisioni da intraprendere per istituire la zona a traffico limitato, pena il rischio di azioni giudiziarie che comprometterebbero l’intero piano sulla mobilità. La frattura tra i banci della maggioranza c’è e rischia di allargarsi ulteriormente.

Il presidente del consiglio cerca di stemperare. Al Giornale di Sicilia si è dichiarato concorde “su tutta la linea con il gruppo di Sinistra comune” e ha fatto sapere che si assumerà “l’impegno formale di comunicare già lunedì al gruppo di Barbara Evola, e al prefetto che da loro è stato sollecitato, una relazione dettagliata sui ritardi accumulati dalla burocrazia. Infine, sarà mia cura andare a trattare l’argomento con la riservatezza che la legge impone e che è stata prescritta anche dal segretario generale”.

Intanto la Argiroffi afferma di non sapere nulla della storia e aggiunge che “il rispetto dei tempi è fondamentale. A tal proposito, ad esempio, per l’ottava volta è stato sforato il termine di presentazione del Prg, il 31 ottobre, di cui il responsabile è l’assessore Catania. Già che ci siamo, comunico che io ho 60, fra richieste di accesso agli atti e interrogazioni, senza risposta . Il che viola la legge che invece parla di fornire una risposta entro un mese”.

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