Per la Corte dei Conti avrebbero dovuto risarcire oltre 1 milione e 300 mila euro alla Regione per l’impiego di personale nella Società partecipata Sicilia e Servizi nel periodo della sua liquidazione. Ad essere responsabili del danno per la Corte erano il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta insieme a tutta la sua prima giunta, il ragioniere generale Mariano Pisciotta, l’avvocato generale dello Stato Dell’Aira e l’amministratore di Sicilia e Servizi Antonio Ingroia.

Con un pronunciamento inatteso, però, la Corte di Cassazione ha oggi annullato senza rinvio quella condanna al pagamento del danno arrecato ‘graziando’ di fatto Rosario Crocetta e tutta la sua giunta, Antonio Ingroia ed anche l’allora ragioniere generale Mariano Pisciotta che beneficia dell’annullamento deciso sulla base dei ricorsi dei co obbligati nonostante il suo ricorso fosse tardivo.

Oltre a Crocetta e Ingroia  (difeso dagli avvocati Massimiliano Mangano e Mario Serio) e a Pisciotta, a beneficiare di questo annullamento sono gli ex assessori Antonino Bartolotta (difeso da Cecilia Nicita), Ester (Esterina) Bonafede e Dario Cartabellotta (difesi da Carmelo Carrara e Giuseppe Cozzo), Nelli Scilabra e Michela Stancheris (difesa da Francesco Stallone), Patrizia Valenti e l’avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira (difesi dagli avvocati Giovanni Immordino, Giuseppe Immordino, Salvatore Raimondi e Attilio Luigi Maria Toscano) e Rossana Signorino, dirigente del servizio partecipate.

La vicenda risale al 2015 e le condanne fuoronio pronunciate nel 2016. Dapprima la Corte dei Conti si era detta incompetente sulla materia in quanto Sicilia e Servizi, nella formulazione originale, era una società in house e dunque la competenza spettava al giudice ordinario. Ma il procuratore della Corte aveva proposto appello e ottenuto che il processo per danno erariale si celebrasse davanti proprio alla Corte dei Conti.

Ottenuta la condanna in primo ed in secondo grado i ricorrenti hanno, però, presentato ricorso in Corte di Cassazione obiettando proprio l’incompetenza della Corte dei Conti, tesi accettata dalla Suprema Corte.

La condanna al pagamento del danno erariale viene, così, annullata senza rinvio, decisione che chiude la vicenda per tutti. Resta in piedi solo la posizione di Antonio Igroia. La condanna al pagamento del danno erariale è annullata anche per lui ma in punta di diritto, scrive la Corte di Cassazione, essendo l’unico ad avere titolo nella società in liquidazione, la sua posizione potrebbe essere presa in esame dal giudice ordinario. Una eventualità, comunque, remota, visti i termini di prescrizione e il cambio ormai avvenuto al vertice della Regione siciliana e della medesima società. Peraltro nel frattempo è stata archiviata anche l’inchiesta ordinaria penale per peculato che riguarda questi aspetti della gestione di Sicilia e Servizi e dunque il capitolo sembra chiuso

LA REAZIONE DI ANTONIO INGROIA