Il Tar Lazio ha annullato la delibera del consiglio nazionale anticorruzione Anac con la quale è stata bloccata la nomina di Carmelo Nasello ad amministratore unico della società Alte Madonie rifiuto e risorsa (Ama).
Il provvedimento era stato comunicato con una nota dell’anticorruzione il 26 giugno del 2019 che bloccava di fatto la nomina ad amministratore unico della società Ama poiché Nasello il 28 aprile del 2017 ricopriva gli incarichi di commissario liquidatore della società alte Madonie spa e presidente del Cda. della società Srr di Palermo Provincia Est in quanto gli incarichi rientrano nella definizione di “incarichi di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico”.

avvocato Giuseppe Ribaudo
Nasello assistito dall’avvocato Giuseppe Ribaudo ha ritenuto il provvedimento adottato dall’Anac illegittimo. Secondo il legale gli incarichi non rientrerebbero nelle ipotesi previste dalla normativa perché prive di attività gestionale. I giudici del Tar Lazio hanno accolto il ricorso.
“Nel caso in esame anche la corte costituzionale si è pronunciata in merito alla norma di legge presupposto della delibera impugnata, dichiarando “l’illegittimità costituzionale delle disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, nella parte in cui non consentono di conferire l’incarico di amministratore di ente di diritto privato, che si trovi sottoposto a controllo pubblico da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a quindicimila abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, in favore di coloro che, nell’anno precedente, abbiano ricoperto la carica di presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato controllati da amministrazioni locali come provincia, comune o loro forme associative in ambito regionale”.






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