I 60 anni dell’Istituto Ettore Majorana di Erice, un’istituzione molto importante per tutto il mondo scientifico. Ospite in studio, per la puntata di Talk Sicilia, il professor Carlo Pavone.
Per chi non lo sapesse, il Centro Ettore Majorana di Erice è un centro di cultura scientifica internazionale che è stato fondato dal professor Antonino Zichichi, che è nativo della zona e che fu poi professore di fisica all’Università di Bologna, direttore del CERN a Ginevra. “Diciamo il centro più grande di studio delle particelle nucleari e che ebbe una eccezionale intuizione negli anni 60 agli inizi degli anni 70, e cioè quella di trasformare un borgo antichissimo – dice Pavone -. C’era il tempio di Venere ai tempi dei Sicani, che è Erice, un posto magico per chi lo conosce, un posto pieno di antichi conventi e antiche chiese, con un panorama eccezionale sulle Egadi, su Trapani, sul nostro mare, nella Sicilia occidentale, sulle Saline. Trasformò il suo orgoglio in un’occasione”.
L’intuizione di Zichichi
Quale fu l’intuizione di Zichichi? “Trovò i fondi, trasformò questi conventi e queste chiese in residenze spartane in centri dedicati allo studio, dove c’era tutto quello che serviva per star bene, ma senza lusso, fronzoli, eccetera. E alcuni conventi diventano delle aule modernissime e comincio a riunire una volta all’anno i premi Nobel e i professori più importanti del mondo di fisica, di scienze di base e cominciare a parlare dei problemi internazionali, delle catastrofi planetarie eccetera. E che ancora oggi è attivo e vi si parla di tutte le catastrofi sanitarie planetarie – dice Pavone – e delle tecnologie e novità che si sono diffuse: c’è il cambio del clima, c’è l’intelligenza artificiale, c’è la produzione dell’energia, c’è la compatibilità ambientale. Quindi questo nucleo che si riunisce annualmente con le più grandi personalità scientifiche del mondo, è ancora attivo. Poi, una volta che c’è questo centro a poco a poco si cominciano a istituire delle scuole”.
La scuola di astrofisica e di urologia
“Anche questa una grande soddisfazione, non solo premiata non solo perché io sono l’attuale direttore ma è la soddisfazione non solo personale ma della famiglia: è un un plauso a una persona che ha dedicato la vita all’urologia. Abbiamo costruito, col mio prozio Michele Pavone Tesauro a cui intestato anche il primo reparto di urologia in Italia. Poi mio nonno prese la prima cattedra di Urologia universitaria d’Italia – dice Pavone -. La prima scuola di specializzazione che ancora è attiva. Adesso c’è il mio collega Simonato che continua in questa tradizione con cui collaboriamo quotidianamente. E quindi questo riconoscimento non è solo personale ma soprattutto per l’Università di Palermo che dovrebbe avere tutto l’interesse di continuare a collaborare di mantenere attiva questa scuola al centro Ettore Majorana”.
Le nuove frontiere dell’urologia
“Mi piace diciamo definirla una materia molto importante, anche se, per certi versi, anche poco conosciuta. Ultimamente l’insegnamento dell’urologia che si faceva agli studenti di medicina al quarto anno, ancora freschi di materie di base, è stato spostato al sesto, dove sono un pochettino più smaliziati – dice Pavone -. Magari hanno meno tempo perché stanno pensando a laurearsi. Urologia sembrerebbe una branca super specialistica, ma in realtà deve essere conosciuta molto bene da ogni medico perché ha tra i suoi campi di interesse alcune malattie che sono le più frequenti del maschio e anche della femmina. Basti pensare come i tumori urologici sono messi tutti insieme i tumori più frequenti del maschio. Il tumore della prostata è il più frequente tumore dell’anziano, messo insieme coi tumori della vescica, del pene, del testicolo. E del rene, solo la più grande fetta di tumori, forse dell’uomo. Urologia si occupa di un’altra patologia frequentissima, di cui vediamo al pronto soccorso quotidianamente decine di casi, come la calcolosi renale.
Urologia si occupa della ipertrofia prostatica benigna della prostata e che è una malattia che interessa il 100% degli anziani. Urologia si occupa di argomenti andrologi la cui frequenza è superiore forse anche al all’ipertensione, al diabete. Ci sono recenti studi che indicano come, per esempio i problemi di erezione e problemi sessuali impediscono al maschio di avere una erezione buona, e che coinvolgono circa il 12,5% dei maschi italiani, e un maschio su dieci ha dei problemi di erezione nel corso della vita più o meno gravi. Mi pare sia molto frequente. Si occupa per esempio dell’eiaculazione precoce. Ne soffre un maschio ogni quattro. C’è l’altra ma la traumatologia c’è l’infertilità, cioè l’impossibilità di procreare, che interessa almeno una coppia ogni dieci. Quindi le malformazioni che sono di interesse più della urologia pediatrica ma che si vedono anche nell’adulto”.
La situazione a Palermo
Il professore Pavone parla anche della situazione in Sicilia: ” Penso che il nostro il nostro settore urologico, nonostante le difficoltà, ha sicuramente dei professionisti di riconosciuto livello sia nazionale che internazionale”.
Il futuro dell’urologia
“Fino a qualche anno fa l’urologia aveva il monopolio di tantissimi farmaci innovativi sia i farmaci contro i tumori della vescica e della prostata sia i nuovi antibiotici. Io uso il famoso Ciproxin che tutti conoscono, è stato un farmaco che è iniziato con l’urologo, ma sappiamo tutti i farmaci che si usano per l’ipertrofia prostatica benigna ed è stato per tanti anni un farmaco di monopolio del l’urologo – dice Pavone -. Poi c’è il famoso Viagra, che fu il primo farmaco della storia dell’uomo a funzionare veramente sul deficit dell’erezione è stato nel 1998. È patrimonio del bagaglio culturale, diagnostico e terapeutico dell’urologo.. Ci sono delle nuove terapie ormonali, dei tumori della prostata, delle nuove tecniche di ricostruzione della vescica nei tumori della vescica. Tantissimi farmaci biologici cosiddetti per curare i tumori avanzati di natura urologica nella calcolosi. Ricorderete forse come negli anni 80 abbiamo avuto le cosiddette onde d’urto extracorporee. Siamo comunque all’avanguardia e sempre pronti a recepire le nuove tecniche e a applicare quelle migliori”.
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