Un lieve aumento dell’occupazione, pari al 2% nel 2022, ma ancora ad un livello insufficiente a riassorbire gli effetti devastanti della pandemia: è questo il dato che emerge dal report della Banca d’Italia recentemente pubblicato (dati 2022). L’unico settore che registra un numero di occupati in espansione è quello delle costruzioni ma globalmente il tasso di disoccupazione resta il doppio di quello nazionale.
Nel settore privato il numero di attivazioni nella prima parte del 2022 è stato superiore rispetto agli anni precedenti, ma è successivamente calato ai livelli del 2019. La creazione di posizioni di lavoro dipendente è stata trainata dai contratti a tempo determinato con il beneficio derivante dalla trasformazione di numerosi contratti a termine attivati l’anno precedente.
Scendendo più nel dettaglio, la crescita si è concentrata prevalentemente nella prima parte del 2022 e nel complesso, il livello occupazionale è risultato inferiore a quello del 2019 di circa 4.500 unità.
A fronte di una riduzione dell’occupazione nell’agricoltura e di una sostanziale stabilità nell’industria in senso stretto, il contributo maggiore alla crescita è pervenuto dal commercio, alberghi e ristoranti e dalle altre attività dei servizi. Il numero degli occupati rimane più contenuto rispetto a quello pre-pandemico in tutti i settori, tranne nelle costruzioni la cui quota di addetti sul totale è passata dal 5,0 per cento del 2019 al 7,5. In prospettiva tale settore potrebbe beneficiare degli effetti dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
In particolare in base ai dati aggiornati a fine gennaio, riferiti ai progetti per i quali è possibile procedere a una ripartizione territoriale delle risorse ed escludendo i fondi destinati a interventi già in essere, al settore delle costruzioni in Sicilia sono stati assegnati 4,5 miliardi, il 10,4 % del totale nazionale.
Tra gli interventi principali figurano quelli riconducibili a opere ferroviarie per l’alta velocità e per lo sviluppo del trasporto rapido di massa. Secondo la Banca d’Italia il reperimento dei lavoratori necessari per le attività previste dal PNRR potrebbe avvenire innanzitutto, per il comparto dell’edilizia, dalla manodopera assunta per attività di riqualificazione degli immobili residenziali connesse con gli incentivi fiscali e inoltre, dal bacino di persone in cerca di occupazione o inattive ma disponibili a lavorare, specie se con precedenti esperienze nelle costruzioni.
La crescita ha interessato i lavoratori dipendenti, mentre il numero dei lavoratori indipendenti è tornato a diminuire.
Il tasso di occupazione, anche per effetto della riduzione della popolazione in età lavorativa residente in regione, è aumentato di 1,5 punti percentuali portandosi al 42,6 %. L’indicatore è cresciuto nel 2022 soprattutto per la fascia di popolazione con età tra 25 e 34 anni (3,7 %) e per coloro che sono in possesso di una laurea o di un titolo post-laurea (1,7 %).
Nei primi quattro mesi del 2023 sono stati creati quasi 24.000 posti, al netto delle cessazioni, un valore superiore rispetto allo stesso periodo del 2022. La crescita è da attribuire alla componente a termine e in particolare al settore turistico in relazione alla ripresa stagionale del comparto.
La radiografia comunque è quella di una Regione in grande sofferenza che ha bisogno di migliori politiche attive del lavoro da parte del governo regionale e di adeguati investimenti su settori strategici come l’agricoltura e il turismo. Per non parlare dei centri dell’impiego, che non sono certo un modello di efficienza.
L’Eurostat, l’ufficio statistico dell’unione europea, ha posizionato la Sicilia alla quinta posizione tra le regioni europee per percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che sono disoccupati, e alla seconda posizione italiana per percentuale di popolazione disoccupata tra i 15 e i 74 anni. E non c’è certo da stare allegri.
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