Sono ben 8224 i candidati a consigliere nei 128 comuni al voto domani in Sicilia. A questi vanno aggiunti 402 candidati alla carica di sindaco per complessivi 8626 candidati. Un dato enorme che denuncia tutta la sua enormità se si affianca anche il numero di liste: sono ben 546.

I dati elaborati dal sistema elettorale della Regione siciliana sottolineano come il proliferare delle liste civiche comporti anche un proliferare dei candidati. Spariscono nella maggior parte dei casi i simboli dei partiti tradizionali ma si crea anche una grande confusione sulla collocazione politica dei candidati che si mescola irrimediabilmente nelle liste con i nomi più disparati.

Sarà una tornata elettorale complessa quella di domani e sarà difficile anche interpretarne i risultati visti i tanti localismi e i tanti simboli dietro i quali i partiti si sono nascosti.

Ma un dato emerge già adesso dalla presentazione della candidature e riguarda la preferenza di genere imposta con la nuova legge elettorale ed i limiti minimi alla presenza di candidate donne nelle liste.

La dove la legge impone la doppia preferenza di genere e la presenza di almeno il 30% di candidate di sesso femminile, partiti, movimenti e liste civiche hanno raccolto donne per formare le liste. la maggior parte di queste liste hanno un 30% risicato di donne candidate.

La dove, invece, imporre la presenza delle donne non è possibile, ovvero la candidatura a sindaco, la situazione è completamente diversa. Su 402 candidati solo 46, ovvero l’11%, sono donne a fronte di 356 uomini che rappresentano l’89% delle candidature.

Un fallimento, dunque, della nuova legge elettorale la dove voleva proporre una parità di genere. “Io non parlerei di fallimento della legge – dice a BlogSicilia l’assessore alla Funzione Pubblica e alle autonomia locali della Regione Luisa Lantieri -, al contrario dove si è potuto mettere un obbligo questo ha funzionato incrementando la presenza femminile. Certo bisognerebbe portare questa presenza dal 30 al 50% ma bisogna far crescere gradualmente questa coscienza”.

“E’ un dato politico, invece, rilevante – continua Lantieri – il fatto che sia stato solo l’obbligo a far crescere la presenza femminile visto che dove obbligo non c’era le donne sono poco più del 10%b altro che 30 o 50%. E’ una questione di sensibilità politica, di cultura politica e sociale che deve ancora crescere in Sicilia ma complessivamente anche nell’intero Paese”.

Per il momento, comunque, la situazione è questa e domani i chiamati alle urne dovranno districarsi fra 8626 candidati (aspiranti sindaci compresi) distribuiti in 546 liste.

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