Non riesce a trattenere la commozione Giuseppe Lo Jacono titolare del ristorante Appetì di via Emerico Amari a Palermo dove lavorava Badr Boudjemai, l’algerino ucciso in via Roma.

“Guardi è molto difficile parlare. Badr era una persona tranquilla, mai niente di sospetto o di strano, nessuno qui era venuto a cercarlo – dice il titolare del ristorante che descrive l’impiegato come un uomo felice sempre con il sorriso al lavoro e parole dolci per la sua famiglia – Aveva due bambini, di un anno e cinque anni, lo avevo conosciuto perché cercava lavoro e qui io avevo bisogno di personale. Faceva il buttadentro, ovvero attirava e accoglieva i clienti, era di natura una persona sorridente e serena.

Lo chiamano Samir

Lo chiamavamo Samir, prima di arrivare qui a Palermo lavorava sulle navi della Grimaldi. In città aveva finalmente trovato stipendio e rispetto ed era molto apprezzato dai clienti, dai quali riceveva anche ottime recensioni”.

Non riesce a trattenere le lacrime parlando del suo dipendente.

“Non aveva mai creato alcun problema – prosegue il suo datore di lavoro – era carismatico, affabile. In città in tanti lo conoscevano perché aveva già lavorato in via Maqueda, non perdendo mai quel suo sorriso che tutti ricorderemo”.

“Era un uomo buono”, il racconto della sorella

“Mio fratello era una persona buona che lavorava per la sua famiglia, per la moglie e i due figli piccoli che adorava”. Parla Fella Boudjemai la sorella di Badreddine Boudjemai, l’uomo che questa notte è stato ucciso in via Roma con tre colpi di pistola uno di questi alla testa.

Le parole della sorella

“Anche ieri sera come faceva sempre quando finiva di lavorare ha mandato un messaggio alla moglie ‘sto tornando’, ma lui non è arrivato mai – aggiunge Fella Boudjemai che lavora per Medici senza Frontiere – Sto arrivando a Palermo e andrò dai carabinieri per sapere del delitto di mio fratello. In famiglia non riusciamo a comprendere cosa sia successo. Tutti sanno che mio fratello è una persona buona che adorava la sua famiglia. Ha due figli di cinque e un anno. Dopo la nascita del secondo figlio la moglie è rimasta a casa pensava a tutto lui. Lavorava da mattina a sera”.

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