Ha voluto ricordare la cugina pieno di vita con i tanti sogni e desideri. Ma anche chiesto alle donne di rivolgersi ai carabinieri con fiducia quando sanno di situazioni che sono pericolose.

La cugina Erica Brancato dall’altare della chiesa della Santissima Annunziata a Caccamo dove si sono celebrati i funerali di Roberta Siragusa ha lanciato un appello molto chiaro.

“Quando si cominciò ad usare il termine femminicidio mia cugina ancora non era nata. Oggi è considerata la terza vittima del 2021. Vogliamo rivolgerci a quelle donne che si trovano nella stessa situazione di Roberta. Non abbiate timore – ha detto Erica Brancato – Parlatene abbiate il coraggio di affrontare la situazione, c’è sempre un posto sicuro disposto a proteggervi. A voi amiche, sorelle, colleghe, parenti siete curiose delle difficoltà che vi confidano e se capite che si trovano in pericolo avvisate i carabinieri. fatelo voi se siete perché capita che lei non è in grado perché spesso si tende a giustificare qualsiasi comportamento quando si crede è quel sentimento di amore invece spesso risulta essere la trappola più grande che si possa che ti possa capitare. Non siate indifferenti non giratevi dall’altra parte.

Io sono Roberta significa questo combattere affinché femminicidi e le violenze non si verifichino mai più. Non permettete mai che nessuno possa prendere il controllo della vostra vita dei vostri pensieri dei vostri desideri piuttosto allontanatelo e segnalatelo”. Roberta aveva tante passioni che le sono state strappate “Roberta era una ragazza di 17 anni piena di sogni e passioni che a casa non finiva mai di coltivare – ha aggiunto Erica – Il ballo e il canto che erano sua compagnia durante la giornata amore motocross proprio come a suo fratello Dario. Sogni che purtroppo lei non potrà più portare avanti, ma questo non significa che non possano continuare a realizzarli saremo noi. Ogni volta che raggiungeremo un traguardo lo dedicheremo a lei, anche a lei. Roberta era piena di vita un uragano, potremmo definirla.

Oggi ci resta soltanto tanto silenzio e un vuoto incolmabile. Pochi mesi fa Roberta ha voluto tatuarsi una parola: resilienza probabilmente potrebbe sembrare una parola un po’ troppo importante rispetto alla sua tenera età. Beh oggi possiamo dire che lei ha davvero conosciuto sulla sua pelle significato di questa parola nello stesso tempo però ha voluto lasciarci un messaggio siate resilienti. Resiliente e chi riesce a superare un trauma un evento drammatico. guardando ancora al bello della vita. E’ come se Roberta volesse dirci tutti superare questo momento uniti verso un unico obiettivo ottenere giustizia e tenere vivo il suo ricordo”.

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