Caos stamattina a Palermo negli uffici del Polo tecnico del Comune in via Ausonia, dove un gruppo di operai del Coime ha protestato occupando la sede per qualche ora.
Gli operai chiedono il riconoscimento degli aumenti salariali stabiliti da un sentenza della Consulta dopo i ricorsi presentati dalle organizzazioni dei lavoratori sul blocco della contrattazione nel pubblico impiego.

All’autoconvocazione di stamane, presenti anche i segretari di Fillea Cgil (Francesco Piastra), Filca Cisl (Antonino Cirivello) e Feneal Uil (Ignazio Baudo) che hanno chiesto di incontrare il vicesindaco Emilio Arcuri e di avere delucidazioni su quanto intende fare il Comune.

Gli operai del Coime, che si occupa di lavori di manutenzione per conto del Comune di Palermo sono circa 950, un bel numero.

Il motivo della protesta è ben spiegato da Antonino Cirivello: “Gli aumenti salariali sono bloccati dal 2010 ma la Sentenza della Consulta del 2015 dice che il blocco è illegittimo”.

Da parte del Comune di Palermo, non c’è grande volontà di interloquire per le rivendicazioni del Coime. Lo conferma ancora Cirivello: “Ogni volta che fissiamo un incontro con il Comune – racconta – e con il vicesindaco nello specifico, viene sempre rinviato a data da destinarsi poche ore prima. Sembra tutto un ‘gioco’ per non affrontare la questione”.

Intanto il 4 marzo si svolgerà un’altra assemblea sindacale davanti Palazzo delle Aquile.

Ieri sera, avendo appreso dell’autoconvocazione di oggi, il Comune ha inviato ai rappresentanti sindacali una nota con cui vengono convocati per l’11 marzo. Ai lavoratori non resta che sperare che non sia un nuovo nulla di fatto.

 

 

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