Il giudice della terza sezione civile del tribunale di Palermo ha condannato la società religiosa che gestisce l’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo a risarcire con oltre 700 mila euro un paziente di 65 anni operato di ernia discale e rimasto impotente e con gravi danni permanenti che gli hanno impedito l’attività lavorativa.

L’uomo che vive in provincia è stato operato due volte a distanza di due mesi nel 2013. Il primo ad ottobre, il secondo ai a novembre. Secondo il consulente del tribunale nel corso dei due interventi sono stati commessi diversi errori che hanno portato alla comparsa dei gravi deficit che hanno di fatto bloccato l’aspettativa di vita del paziente.

Secondo la ctu “l’errore – si legge nella sentenza – fu commesso sia dal chirurgo – che aveva operato e aveva il preciso compito di monitorare il decorso post-operatorio, specie ben sa-pendo di non aver asportato l’ernia, d’aver eseguito decompressione solo monosegmentaria – sia dal Neurologo, che bene ha descritto e diagnosticato la sindrome della cauda, ma che non ha adeguatamente segnalato l’urgenza del caso al chirurgo.

Il neurologo non poteva non sapere che, dal momento in cui la sindrome della cauda compare conclamata, con tutti i sintomi, i tempi di attesa per l’intervento devono essere ridotti al minimo (poche ore e non diversi giorni)”.

Gli interventi hanno provocato nel paziente “postumi invalidanti irreversibili di interventi per ernia discale L4-L5, con stenosi del canale e conseguente sindrome della cauda bilaterale incompleta, con deficit motori, della sensibilità, degli sfinteri, della sfera sessuale, con disturbo somatoforme indifferenziato lieve” e che i descritti deficit neurologici sono effettivamente da porsi in relazione causale con gli interventi chirurgici eseguiti il 21 ottobre e il 12 novembre del 2013 all’ortopedia e traumatologia dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo”.