I carabinieri della compagnia di Cefalù insieme allo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia e dal nucleo cinofili del comando provinciale di Palermo, hanno dato esecuzione a 13 provvedimenti cautelari, 5 in carcere e 8 agli arresti domiciliari, emessi dal gip di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

A quattro contestata l’appartenenza mafiosa

A carico di 4 dei 13 indagati è stata contestata l’appartenenza all’associazione mafiosa. Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa condotta nel biennio 2020-2022, che ha interessato i mandamenti mafiosi di Caccamo e Trabia, e le famiglie di Cerda e Termini Imerese e quello di San Mauro Castelverde e le famiglie di Campofelice di Roccella e Collesano.

Le estorsioni documentate agli imprenditori

Sono state infatti documentate richieste estorsive ad imprenditori dei settori edile, immobiliare, agricolo e delle onoranze funebri, finalizzate ad ottenere un ingiusto profitto destinato anche al supporto economico dei vertici del mandamento, uno dei quali già sottoposto a regime cautelare in carcere poiché riconosciuto colpevole di associazione di stampo mafioso.

Pochi giorni fa la marcia antimafia da Bagheria a Casteldaccia

Una marcia da Bagheria a Casteldaccia per continuare a urlare il no convinto alla mafia. Ancora una volta, dopo 40 anni, si torna a marciare contro la prepotenza della criminalità organizzata, in una festa che vede coinvolti amministratori locali, componenti della società civile, il mondo dell’associazionismo ma anche le scuole del territorio e i sindacati.

Dalle scuole alle istituzioni

A partire dalla scuola media Carducci di via D’Amico sono stati gli studenti di decine di scuole ad animare l’evento. Con loro sindaci provenienti da tutta la Sicilia, esponenti politici, sindacati e numerosi cittadini. Ad aprire il corteo, insieme a Lorefice, anche Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Pio La Torre. Parole forti dall’Arcivescovo. “Voi giovani chiedete a noi adulti di essere più coraggiosi. Ieri a Palermo sono stati ospiti alcuni rappresentanti dell’Unione Europea che non hanno mai pronunziato la parola “pace”, la Presidente Ursula Von Del Leyen non è riuscita a pronunciare il termine “pace”, dobbiamo dirlo; a chi ha responsabilità politiche chiediamo di essere ricondotti a un’Europa che ha nella ricerca della pace il suo obiettivo, una pace da costruire con il dialogo e gli strumenti che possediamo, non fornendo armi”.

Tutti insieme per dire no alla mafia lungo la ”Strada del Vallone”, l’arteria utilizzata come via di fuga dei killer e dai latitanti mafiosi. Uno schieramento trasversale realizzato dal ”comitato popolare di lotta contro la mafia a Casteldaccia” che aveva coalizzato la società civile attorno a un’unica grande azione: scendere in piazza per opporsi allo strapotere dei boss. La marcia del 1983 ebbe una grande eco a livello nazionale, grazie alla grande partecipazione popolare. Il Centro studi Pio La Torre negli anni ha raccolto una ricca documentazione per dare a tutti la possibilità di esercitare la memoria e accedere all’informazione necessaria in vista del 40° anniversario.

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