Nove persone sono finite in carcere e e uno agli arresti domiciliari per responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’agevolazione delle attività illecite dei sodalizi mafiosi.
Ad eseguire l’ordinanza i carabinieri della Compagnia di Termini Imerese. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale del Riesame di Palermo – a seguito di ricorso della locale Dda contro il provvedimento emesso dal GIP presso Tribunale di Palermo in data 26 maggio 2016.
L’esecuzione della citata misura è stata disposta a seguito del rigetto da parte della Corte di Cassazione dei ricorsi presentati dagli indagati in opposizione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale Distrettuale del Riesame di Palermo.
Tra i destinatari della misura c’è Giuseppe Libreri, considerato il capo della famiglia mafiosa di Termini Imerese con il ruolo di coordinatore degli affari illeciti degli affiliati, in particolare nel settore delle estorsioni. Secondo le indagini è il reggente occulto dell’organizzazione.
Un duro colpo è stato inferto alla famiglia mafiosa di Caccamo. Sono stati tratti in arresto 4 indagati; Salvatore Sampognaro, avente funzioni direttive nella compagine mafiosa, secondo le indicazioni fornite dal capo cosca Diego Guzzino, arrestato nell’operazione del 31 maggio 2016;.
Con Sampognaro sono stati arrestati Loreto Di Chiara, Vincenzo Medica e Nicasio Salerno ritenuti i “soldati” della locale famiglia mafiosa, alle dirette dipendenze dei capi cosca per la commissione delle attività illecite.
In manette anche Riccardo Giuffrè, organico alla famiglia di Cerda e nominato dal capo cosca Stefano Contino, referente mafioso per Caltavuturo.
L’operazione, nell’ambito della quale sono già state tratte in arresto complessivamente 38 persone (per un totale di 80 soggetti ai quali è già stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari), ha consentito, tra l’altro, di: definire gli organigrammi e gli interessi di cosa nostra nella parte orientale della provincia di Palermo, documentando, in particolare, la riorganizzazione territoriale dei due storici mandamenti mafiosi di “Trabia” e “San Mauro Castelverde”, con l’individuazione dei vertici (capi mandamento e reggenti delle famiglie) e degli assetti delle organizzazioni mafiose.
Accertare le responsabilità dei prevenuti in ordine a numerosi episodi estorsivi ai danni di imprenditori e commercianti, vittime in più circostanze di atti intimidatori e danneggiamenti.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata inoltre notificata: per fatti estorsivi aggravati dal metodo mafioso, a Gandolfo Maria Interbartolo e Stefano Contino della famiglia mafiosa di Cerda, nonché a Antonio Maria Scola, organico alla famiglia mafiosa di Polizzi Generosa, tutti già ristretti in carcere ma indagati;
Per il reato di istigazione alla corruzione aggravata dal metodo mafioso ad ex militare dell’Arma in congedo, Giuseppe Vitanza sottoposto invece ai domiciliari.
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