Hanno respinto tutte le accuse e risposto a tutte le domande dei magistrati i costruttori Francesco Petruso, 49 anni e Salvatore Petruso, 26 anni, padre e figlio, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Kalevra che ha colpito la mafia di Borgetto portando in carcere il presunto capomafia Nicolò Salto e i suoi luogotenenti ed ex avversari, i Giambrone.
Indagato risulta anche un altro figlio di Petruso per il quale non è stata disposta alcuna restrizione da parte del Gip. Per loro la procura aveva chiesto l’aggravante ma il gip l’ha respinta. Oggi i costruttori sono rimasti per circa 3 ore e mezzo nella stanza del giudice per le indagini preliminari rispondendo ad ogni domanda e contestando ogni accusa.
“I miei clienti hanno raccontato di avere respinto i tentativi di avvicinamento dei Giambrone – dice l’avvocato Roberto Cannata difensore della famiglia di imprenditori – e ritengono di aver chiarito in modo completo la loro posizione che è quella di imprenditori del movimento terra non certo dei mafiosi”.
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