Palermo

L’orrore di Altavilla raccontato dalla 17enne, “Mio fratello di 5 anni torturato con pinze roventi”

Il lungo racconto davanti alla procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna e ai poliziotti e la richiesta di vedere il padre. Quella che a tutti pareva una ragazza  sfuggita al massacro di Altavilla in poche ore si è trasformata lei stessa nel più terribile dei carnefici.

Una settimana di torture, i messaggi ai compagni

Un racconto, quella della minorenne, che ha riscritto interamente la storia di Altavilla. La diciassettenne che ha infranto il muro del silenzio è stata una protagonista delle torture e degli omicidi avvenuti in quella casa, come racconta Repubblica. Torture durate “più di una settimana” , ricostruisce l’ordinanza di custodia cautelare della gip per i minorenni Alessandra Puglisi: ” L’indagata ha sempre avuto a disposizione il telefono e, pur non andando a scuola, ha continuato a mantenere i contatti con una compagna. Il cellulare gli era stato tolto soltanto alla fine dagli adulti, quando erano andati via. Quando la madre gli aveva chiesto aiuto e gli diceva di chiamare i carabinieri, lei non lo aveva fatto” .

In carcere

Oggi, la giovane è reclusa in un istituto penale minorile, lontano dalla Sicilia, con le accuse di omicidi pluriaggravati e soppressione di cadavere. Istigata da una coppia, Massimo Carandente e Sabrina Fina, in carcere pure loro come il padre della ragazza, Giovanni Barreca.

Leggi anche

Orrore ad Altavilla, fiaccolata per le vie del paese, ‘Impossibile dimenticare’

“All’inizio di febbraio, la madre della ragazza aveva conosciuto una coppia, Carandente e Fina — inizia così la ricostruzione dell’ordinanza — Sin da subito avevano detto che in casa Barreca c’erano troppi demoni. Avevano iniziato a interrogare la donna, chiedendole chi fosse e cosa volesse, dandole schiaffi, aiutati dal marito” .

Il drammatico racconto

È un racconto drammatico quello della diciassettenne che ha confessato violenze inaudite nei confronti dei suoi familiari. La giovane ha detto: “Massimo Carandente e Sabrina Fina mi avevano convinto di essere pure io vittima di una maledizione da parte della mamma e della nonna. Mi hanno fatto bere moltissimo caffè e poi mi hanno fatto vomitare, ero convinta di aver vomitato i capelli di mia madre, che da piccola mi picchiava, e della nonna” . In quei momenti, la coppia, che ormai si era stabilita a casa Barreca, sospettava davvero anche della ragazza: “Avevano iniziato a farmi tante domande per vedere se fossi anche io un demone — ha raccontato lei — Ho pure sentito che avevano raccomandato a mio padre di chiamare la polizia e di accusarmi di tutto quello che era successo”. È un racconto lucido quello delle sevizie. “Prima hanno torturato la madre, per una settimana — dice l’ordinanza di custodia cautelare — Poi, la coppia ha chiesto alla giovane di partecipare attivamente alle torture per il bene della famiglia. Il padre e i suoi due amici hanno inizialmente indotto la ragazza a colpire la madre con una padella, ma lei si è rifiutata e ha colpito la donna con un guanto di plastica”.

Leggi anche

Orrore ad Altavilla, gli avvocati della coppia accusata rinunciano all’incarico

Il bambino seviziato con pinze e asciugacapelli

La madre è stata inizialmente picchiata con una pentola dalla figlia: “Poi, è stata ustionata con delle pinze da camino e bruciata con un asciugacapelli incandescente. Stesso trattamento riservato al piccolo Emmanuel, di 5 anni, mentre l’indagata teneva fermo il bambino, che poi con l’aiuto del padre ha legato al letto”. Poco prima, l’avevano anche costretto a bere latte e caffè amaro in quantità: « Gliel’hanno iniettato in bocca», ha detto lei. Kevin, il fratello di 16 anni, è stato l’ultimo a morire: “Soffriva per il dolore, lo avevano legato con una catena arrugginita e dei cavi elettrici — ha detto la giovane — Gli adulti mi hanno detto di saltargli sulla pancia e l’ho fatto. Questo è successo la sera di sabato. A quel punto mi sono spaventata, perché Massimo faceva domande anche a me, poi a un certo punto se ne sono andati. E mi sono chiusa a chiave nella stanza, mi sono addormentata fino a quando non sono arrivati i carabinieri”.

Leggi l'articolo completo