L’ospedale di Petralia nelle Madonie e quello di Sciacca ridimensionati per la chiusura di diversi reparti. Il presidente della Regione Renato Schifani convoca riunione d’emergenza per incontrare a Palazzo d’Orleans il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute Salvatore Iacolino e il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni. Argomento della riunione la situazione ospedaliera nelle Madonie e a Sciacca.

Corteo a Sciacca, Catanzaro “Non possiamo lasciare eredità attuale modello”

“E’ in atto una crescita incontrollata di strutture sanitarie private accreditate e una riduzione altrettanto netta dei servizi erogati da strutture pubbliche. Non permetteremo che chi governa, a tutti i livelli, continui in un percorso di gestione della sanità che sta lentamente portando a gravissime conseguenze, prima tra tutte la carenza dei servizi e l’inaccessibilità delle cure a pazienti economicamente o socialmente più svantaggiati”. Lo ha detto questa mattina a Sciacca, nel corso del corteo di protesta in difesa del locale ospedale al quale hanno preso parte circa 5 mila persone, il capogruppo Pd all’Ars Michele Catanzaro.

“A Sciacca e in provincia di Agrigento, ma anche nel resto della Sicilia – ha aggiunto Catanzaro – è in atto una strategia che mira a depotenziare le strutture sanitarie pubbliche. Il nostro partito denuncia da tempo l’assenza del governo regionale rispetto al grido di allarme che arriva ogni giorno dai territori. Questa partecipata manifestazione, dove sono presenti tanti sindaci e alcuni colleghi deputati di diversa estrazione politica, associazioni, sindacati, forze sociali in genere, medici, associazioni e studenti, è la dimostrazione evidente che i cittadini vogliono che chi ha potere di governo inverta il modo di gestire la sanità in Sicilia. Non si può rimanere in silenzio di fronte  al disagio di migliaia di persone – ha concluso Catanzaro – ma anche alla difficoltà di tanti operatori sanitari che in numero esiguo non riescono ad erogare assistenza adeguata. Alle future generazioni non possiamo lasciare in eredità l’attuale modello di sanità”.

Associazione zone franche montane Sicilia per rilancio ospedale Petralia

L’associazione zone franche montane Sicilia, da tempo impegnata a difendere il diritto di residenza nelle terre alte siciliane, ha inoltrato al presidente Schifani e all’assessore Volo una proposta di rilancio della struttura in cui è allocato l’ospedale “Madonna SS dell’Alto” di Petralia Sottana, l’unica industria del comprensorio madonita e oggetto della manifestazione “Salviamo l’ospedale delle Madonie”, prevista per sabato 11 novembre.

“Con i suoi spazi (23.106,4 mq di superfice utile), ubicato in una zona di area salubre (1000 mt slm, in piena area Parco delle Madonie), – si legge nella proposta – con intorno un contesto ideale per lo sviluppo delle attività collaterali, questo nostro ospedale può fornire la risposta di salute più importante alla quale il sistema sanitario regionale siciliano oggi non riesce a fornire risposte: l’assistenza ai pazienti multi-cronici, quelli vittime di traumi o patologie che richiedono lungi periodi di riabilitazione, i pazienti anziani e in particolare i pazienti anziani fragili”.

“Il ‘dell’Alto’ – chiosa l’associazione – potrebbe diventare uno dei più grandi centri di riabilitazione d’Italia nel settore della neurologia, pneumologica e cardiologica, patologie che colpiscono sempre più frequentemente una popolazione che invecchia”.

“Non è un progetto visionario, – affermano – è solo un’idea coraggiosa e la Regione Siciliana dispone di strumenti normativi che può utilizzare per defiscalizzare la pensione a coloro che decidono di essere curati al ‘Madonna SS dell’Alto’ di Petralia Sottana e che sceglieranno di rimanere nelle case di riposo nei 9 Comuni dell’attuale Distretto Sanitario”.

Chiusura ospedale Petralia, anche la Cia in piazza

Sarà presente anche una delegazione della Cia Sicilia Occidentale domani mattina (sabato 11 novembre), a Petralia Sottana, per partecipare alla manifestazione contro la chiusura dell’ospedale Madonna dell’Alto. L’organizzazione degli agricoltori ha deciso di aderire per dire “no” a una scelta sbagliata, che va contro l’interesse della collettività madonita e contro il diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini.

“Non si può abbandonare così a se stesso – spiega Salvino Nasello, vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale – un territorio montano che conta non solo tanti abitanti ma anche tantissime aziende. I collegamenti tra i vari centri abitati sono già in pessime condizioni, è già un miracolo riuscire a risolvere un’emergenza medica che avviene al di fuori di Petralia Sottana. Questa decisione comprometterebbe ancora di più la sicurezza e il diritto alla salute di tutte le comunità”.

Forum sanità pubblica Palermo e provincia a manifestazione a Petralia

Il Forum sanità pubblica Palermo e provincia aderisce alla manifestazione di domani alle 9.30 per salvare il presidio ospedaliero Madonna dell’Alto di Petralia Sottana.  “Il Forum sanità pubblica Palermo e provincia  è al fianco della popolazione delle Alte Madonie, delle associazioni e dei sindaci e partecipa alla manifestazione per chiedere che venga assicurata la piena funzionalità dell’Ospedale Madonna dell’Alto, della medicina territoriale e della la medicina di base nell’ambito della sanità pubblica”.
Il Forum rivendica l’applicazione del Piano di rimodulazione della rete ospedaliera approvato dall’Ars e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del febbraio 2019, che prevedeva il potenziamento dell’ospedale punto di riferimento per tutti i paesi delle Madonie con 66 posti letto, la copertura dei posti in organico carenti per un totale di 68 unità sanitarie, la riapertura del reparto di ortopedia con 4 posti letto, l’apertura del reparto di cardiologia con 6 posti letto, il potenziamento della riabilitazione con 20 posti letto e la lungodegenza con 16 posti letto. Oltre alla conferma degli attuali reparti.
Il Forum interviene pure sulla situazione d’emergenza di Caltavuturo, per l’assenza di medici di base. “Chiediamo che venga garantito il diritto alla salute e che si prendano soluzioni immediate per consentire a tutti i cittadini di Caltavuturo di avere accesso alle visite mediche, attualmente negate. La situazione è sempre più drammatica,  in altre realtà mancano medici di base e il dissesto stradale, vedi strada chiusa Isnello- Cefalù mette a repentaglio il diritto alla cura costituzionalmente garantito”