E’ finito sotto processo perché nella dichiarazione per ottenere il reddito di cittadinanza non aveva dichiarato vincite da gioco per 45 mila euro. Chi ha compiuto le indagini non ha considerato anche i soldi spesi per ottenere quei soldi.

La differenza tra vincite e perdite avrebbe determinato un gruzzolo di gran lunga inferiore di quanto accertato. Così il giudice del tribunale di Termini Imerese, Maria Aiello ha assolto un uomo di 46 anni accusato di avere reso dichiarazioni ed aver utilizzato documenti che attestavano il falso per ottenere il sussidio.

Secondo l’ipotesi della procura, l’imputato avrebbe omesso di indicare, tra l’altro, i proventi delle vincite da gioco on line per circa 45.000 euro, ottenendo così il beneficio per un importo complessivo superiore ai 16.000 euro. Il difensore, l’avvocato Vincenzo La Grua ha rilevato come le vincite attribuite al suo assistito venissero indicate senza detrarre le perdite, per cui in realtà si trattava di cifre di gran lunga inferiori a quelle contestate.

Nel processo è stato dimostrato come non tutte le omesse informazioni costituiscono reato ma soltanto quelle funzionali ad ottenere il beneficio. Il tribunale ha ritenuto come non sia emersa la prova della responsabilità penale del quarantaseienne assolvendolo perché il fatto non sussiste.