Un autunno che sembra non volere arrivare e spiagge assalite dai bagnanti. Oltre all’ambientazione sempre più tipicamente tropicale, Palermo sembra arricchirsi di un altro elemento di certo molto scenografico ma dagli sviluppi quantomeno incerti.
Si tratta di pappagalli. In città sono ormai numerosi. I loro bei colori verdi, bluastri, rossi e di altre tinte, riempono ormai molti spazi verdi e non solo, della città.
Questa sorta di invasione colorata è in realtà iniziata alcuni decenni addietro con l’osservazione dei primi Parrocchetti dal collare (Psittacula krameri) tra gli alberi secolari dell’Orto botanico. La presenza di tronchi cavi e dei frutti dei ficus, aveva loro riservato un rifugio accogliente che completava quello offerto da un clima accattivante. In realtà il bel pappagallo dalla coda lunga e dal colore verde, che può raggiungere i 43 centimetri di lunghezza, non è sopravvissuto solo alle fughe avvenute nelle città calde. Germania, Gran Bretagna, Belgio, per non parlare delle città del nord Italia, annoverano nutrite colonie di questo volatile.
A Palermo, ormai da tempo, l’areale del Parrocchetto si è molto ampliato. E’possibile osservarlo in diverse località di quella che un tempo era la conca d’oro, mentre in ambito urbano si rinviene un po’ in tutte le ville cittadine. Si trova, finanche, nel famigerato mercato degli uccellatori di Ballarò che viene montato ogni domenica mattina da una nutrita schiera di delinquenti sicuri di potere agire con una prepotenza che rimane sostanzialmente impunita. Il Parrocchetto dal collare, fuggito dalla cattività, rinselvatichito ed infine catturato dai bracconieri senza scrupoli, ritorna in gabbia in compagnia di Cardellini, Fringuelli, Merli ed altre specie della fauna Italiana tutte “rigorosamente” protette dalla legge.
Il Parrocchetto, però, non è più solo. Più di recente, infatti, è comparsa un’altra specie di pappagallo, anch’esso fuggito dalla cattività. Si tratta dell’ Agapornis roseicollis, ossia il famoso inseparabile (il termine deriva dall’inossidabile fedeltà della coppia). Non pochi individui, riuniti in chiassose brigate, vengono ormai osservati con continuità in alcune zone del centro città e non solo. Al tipico abito dal collo rosso si sono aggiunti diversi individui che riportano i colori impressi nel corso delle numerose selezioni avvenute in cattività. Cobalto, avorio, verde smeraldo ed altre luccicanti tinte spesso dai riflessi metallici, accompagnano le scorribande degli “inseparabili ” palermitani i quali, grazie alle minori dimensioni, non disdegnano di frequentare i balconi fioriti. Il piccolo pappagallo, infatti, ama prelevare i fiori per attingere al liquido zuccherino contenuto nelle corolle tubulari.
Non sembrano ancora esserci notizie di nidificazioni in libertà, ma considerata la facilità con la quale ormai si vede in alcune zone di Palermo, non è da escludere che ben presto l’avifauna cittadina si arricchirà di una nuova specie dalle abitudini non sempre desiderabili.
Sia il Parrocchetto dal collare che l’Inseparabile facciarosa (questo il nome comune del secondo pappagallo) sono infatti specie alloctone. Il loro areale originario è sub sahariano ed in parte, per il Parrocchetto, anche asiatico. In pratica, dove riconquistano la libertà, non trovano più i loro predatori naturali. Potrebbero, cioè, diventare un po’ troppi, a scapito di altre specie animali e di qualche attività dell’uomo che non sempre riesce a risolvere in maniera razionale i potenziali conflitti.
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