Panormus 2000 è la società di progetto che in base ad una convenzione del 28 dicembre 2005, ha realizzato attraverso il project financing, ovvero finanziando l’opera interamente con propri capitali, il parcheggio di piazza Vittorio Emanuele Orlando, affidandone successivamente la gestione ad Apcoa insieme alle aree di superficie nelle strade vicino alla piazza.

La società, dopo avere ribadito le proprie ragioni e spiegato che non è tenuta al pagamento di un milione e mezzo di euro che il Comune di Palermo reclama (a titolo di extraprofitti, ossia maggiori utili che però il gruppo sostiene di non aver mai conseguito), fa sapere che, a seguito di un incontro tenutosi presso il Comune alla presenza del dirigente Paola Di Trapani e dopo la presentazione di una ulteriore proposta per risolvere la questione, non ha ricevuto alcuna risposta dalla amministrazione.

Il Comune non ci ha sinora risposto e pretende il pagamento di circa un milione e cinquecentomila euro a titolo di extraprofitti che in realtà non abbiamo mai conseguito. La convenzione prevede che spetti all’amministrazione comunale la verifica sull’andamento economico dell’iniziativa, confrontando i bilanci di previsione con quelli sui risultati conseguiti, ma il Comune pone strumentalmente l’attenzione sui ricavi e non sui bilanci – come giuridicamente riconosciuto da sentenze del Tar e del Consiglio di Stato – e ignora i costi di produzione e di gestione, che sono alti e che non giustificano l’assurda richiesta di un milione e mezzo di euro da parte di Palazzo delle Aquile”.

“Abbiamo realizzato – continua la società – senza alcun costo per i cittadini, una importante opera che viene gestita in modo ottimale e che ha una grande importanza per l’utenza, alle prese con il dramma quotidiano della mobilità urbana e con il problema dei parcheggi, sui quali il Comune è ben lontano dall’aver individuato una soluzione adeguata. Senza considerare che il Comune di Palermo non ha mai contrastato in modo efficace la piaga del posteggio abusivo, in assenza di controlli veri e di iniziative idonee. In ogni caso, proprio per dare dimostrazione della nostra disponibilità, lo scorso mese di marzo, dinnanzi al dirigente comunale Paola Di Trapani, abbiamo esposto le nostre ragioni, e abbiamo subito dopo presentato una nostra proposta, fermo restando che ribadiamo la nostra tesi ossia che il criterio di verifica deve riguardare i bilanci depositati dalla nostra società. In ogni caso, abbiamo fatto nostra l’indicazione che proviene dall’Unita’ Tecnica Finanza di Progetto (UTFP), organo terzo e che è quella relativa al tasso interno di rendimento (TIR), quale parametro che potrebbe consentire di superare le incertezze legate alla scelta di altri criteri. Ma anche in questo caso dal Comune non abbiamo ricevuto alcuna risposta, e questo atteggiamento rafforza l’idea che questa vicenda serva solo a scopi politici e che venga, pertanto, strumentalizzata. Ciò che conta è che i cittadini sappiano la verità delle cose”.

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