La data che segna l’inizio della tanto discussa fase 2 si avvicina e tra i cittadini ribollono le proposte per affrontare il periodo di convivenza col virus . Non sarà un liberi tutti ma una ripresa scaglionata, e lo stesso Conte ieri ha ribadito che sarà una fase lenta e gestita a piccoli passi, frenando l’ipotesi di una ripartenza accelerata sin da subito.

Bar e ristoranti, probabilmente, saranno tra gli ultimi della lista a riaprire, e anche i sorvegliati speciali in quanto luoghi di assembramento. I gestori stanno già pensando a come far ripartire la propria attività in sicurezza e tra loro c’è chi ha proposto un’idea simile a quella pensata per isolare i bagnanti in spiaggia.
In quel caso erano box in plexiglass tra gli ombrelloni, ora sono dei pannelli divisori, sempre in plexiglass.
L’idea è stata esposta da Antonio Cottone, titolare della pizzeria “La braciera” a Palermo, durante una puntata della trasmissione Pomeriggio Cinque. Già presidente di Ape-Fipe Confcommercio, nel 2018 Cottone è stato insignito del prestigioso premio Giorgio Ambrosoli per la responsabilità, la professionalità e l’integrità dimostrate nell’esercizio della sua attività.

Nell’idea del ristoratore, al fine di contrastare il contagio da Covid19, i divisori sarebbero piazzati non solo fra un tavolo e l’altro, ma anche fra commensali che mangiano assieme ma non vivono sotto lo stesso tetto.
Nel caso si tratti di una coppia convivente o di una famiglia, il pannello divisorio non è necessario.
A determinare l’obbligo o meno di applicarlo sarà un’autocertificazione in cui il capofamiglia dichiara, sotto la propria responsabilità, che i commensali appartengono allo stesso nucleo familiare. In ogni caso tutti dovranno indossare la mascherina.

Parete obbligatoria quindi per le coppie di fidanzati non conviventi, anche se queste arrivano al ristorante assieme ed è impossibile escludere che abbiano già avuto contatti.
Proprio su questo punto la proposta scricchiola ma, come precisa Antonio “sono solo delle idee per ripartire perché del resto siamo, come tutti, in attesa di un protocollo sanitario a cui doverci attenere”. E in un modo o nell’altro il Governo dovrà studiare delle soluzioni concrete che permettano di ripartire garantendo la sicurezza in tutti gli ambiti della vita quotidiana.