Mancano ormai un paio di giorni all’avvio delle Assemblee pre congressuali del Pd ed il clima teso che si respira ormai da mesi nel Partito Democratico in Sicilia non accenna a diminuire. Al contrario il Presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici, nel ritirare la sua disponibilità alla candidatura, non le manda a dire all’attuale guida siciliana e nemmeno alla segreteria nazionale e parla di un Partito quasi sparito, per il quale ogni elezioni è andata sempre peggio dal punto di vista dei risultati. Un Congresso, dunque, che rischia di esse3re un “muro contro muro” proprio secondo Cracolici.
Ma il segretario uscente e candidato a succedere a se stesso Anthony Barbagallo non la vede così e, ospite di Talk Sicilia, dice la sua sull’andamento della competizione, del dibattito interno e sulla visione del Pd del futuro immediato.
Cosa succede nel Pd?
“Ma c’è un dibattito che, come avviene in tutti i congressi siciliani del partito, è particolarmente frizzante. Una cosa che avviene sempre nei giorni che precedono il congresso vero e proprio. Noi (la corrente che fa capo alla segreteria nazionale Elly Schlein ndr) abbiamo definito in questi mesi una mozione che abbiamo chiamato “Rigeneriamo il PD” perché riteniamo che questa sia l’espressione più adatta in base al momento che sta attraversando il partito. Quindi vogliamo un congresso di rigenerazione, di ricostruzione, di coinvolgimento, di partecipazione. Vogliamo un congresso che includa, che si apra al mondo della società civile e a coloro che si sentono traditi dal centrodestra e sia, al tempo stesso, il congresso che avvii il riscatto della Sicilia”.
Il Pd allo scontro diretto con toni sopra le righe
“Non cerchiamo scontri con nessuno” dice Barbagallo puntando a spegnere la polemica che impazza sui giornali”.
“Noi auspichiamo un confronto su quello che deve essere il modello di partito. Vogliamo un modello di partito che punti certamente sulla legalità, punti sui grandi temi che ci stanno a cuore come la lotta alle diseguaglianze, il salario minimo, il tema del lavoro buono, l’occupazione giovanile, la riconversione industriale in chiave green senza dimenticare la sanità pubblica e la scuola pubblica”.
“Deve essere un congresso che dia speranza alle giovani generazioni. Per me è un onore che tanti, tantissimi dirigenti, militanti, simpatizzanti; tantissimi circoli, segretari di circoli, mi abbiano chiesto di ricandidarmi e non vedo l’ora di tuffarmi negli incontri a partire già da questo fine settimana, perché ci saranno le assemblee per illustrare le mozioni e per stringere tante mani, guardare negli occhi il nostro mondo e condividere con tutti i nostri iscritti, simpatizzanti e coloro che vorranno ascoltare le nostre assemblee, un modello di Sicilia diverso da questo disastro che sta ponendo in essere Schifani con i suoi soci.
Barbagallo un segretario che sta imponendo le regole secondo i detrattori
“Ma questa narrazione che alcuni mettono in campo mi sembra un racconto forzato. All’interno di quella parte del partito che mi sostiene ci sono parlamentari regionali di lungo corso e di grande esperienza come Nello Dipasquale, altri che stanno facendo bene come Dario Safina. E poi ho chiesto a Valentina Chinnici di accettare il ruolo di vice segretario quindi non c’è nessuna contrapposizione tra la parte del partito che fa riferimento all’area alla segretaria nazionale e quella del gruppo parlamentare. C’è però l’ambizione di avere una linea politica chiara, netta e che ricalchi l’impegno della segreteria nazionale e l’impegno delle battaglie che stiamo facendo insieme, in linea con la segreteria nazionale. L’auspicio è che tutti i terminali del partito diano una mano è all’insegna della radicalità dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle battaglie sul territorio.
Le voci di attacchi e denunce
“Ma guarda anche questa cosa mi sembra, come dire, costruita ad arte da chi cerca di alimentare incomprensioni, tensioni e articoli di giornale. Quando la segreteria regionale ha fatto riferimento a comportamenti non in linea con la costruzione del consenso che prevede il nostro ordinamento giuridico certamente non faceva riferimento ai deputati del Partito Democratico. La Procura ha già annunciato di avere come dire intrapreso alcune azioni di verifica quindi la segreteria regionale, il sottoscritto per essere chiari, non ha mai denunciato nessun parlamentare e non ha mai denunciato nessun parlamentare a maggior ragione del Partito Democratico. Chi racconta queste cose lo fa soltanto per alimentare incomprensioni, scontri e tensioni che proprio, e chi mi conosce lo sa bene, non fanno parte della mia cultura, del mio modo di fare politica”.
Il confronto fra Barbagallo e Cracolici
“Con Antonello condividiamo tanti, tantissimi anni di impegno dentro il partito e dentro il gruppo parlamentare. Siamo stati gomito a gomito, colleghi nel gruppo parlamentare all’Ars ma anche colleghi in Giunta regionale. Tante volte l’abbiamo pensata allo stesso modo, altre volte diversamente. Ci sono cose su cui non ci possiamo dividere a partire dalla lotta per la legalità, l’impegno contro le mafie, l’azione decisa che deve avere il partito siciliano nel porre il tema della della linearità dei percorsi, dell’impegno delle giovani generazioni contro la mafia, sulla scorta del grande insegnamento di Pio La Torre. Quindi su questi temi e su tanti altri temi con Antonello non ci possiamo dividere. Abbiamo fatto fino a qualche settimana fa un’iniziativa proprio insieme ribadendo l’impegno anche alla luce dei nostri ruoli istituzionali. Lui in qualità di Presidente della Commissione antimafia regionale, io in qualità di componente dell’Ufficio di Presidenza della Commissione nazionale antimafia”.
“Su altre cose, però, non la pensiamo allo stesso modo e in particolare io credo che in questo congresso serve dare voce agli iscritti, serve dare voce ai circoli. E’ assolutamente legittimo che in campo ci siano una, due. tre o più candidature per garantire la più ampia partecipazione, la più ampia proposta politica, il più ampio coinvolgimento di idee e di proposte per il partito. Altri pensano, invece, che più che un congresso si dovrebbe fare un conclave nel corso del quale il gruppo dirigente faccia un bel caminetto e decida chi gioca centravanti, chi gioca all’ala, chi gioca terzino e che si dedica a una federazione piuttosto che un’altra. E un metodo che non convince né me né la parte del partito che mi sostiene. Noi, ripeto, auspichiamo un congresso di confronto, anche aspro se serve, ma un congresso sulle idee e sui temi, sapendo che il nemico non è dentro il partito ma è l’avversario politico che sta dall’altra parte della barricata: l’avversario e il centrodestra”.
Si vuole creare conflitto
“Queste allusioni al confronto interno che qualcuno vuole far diventare conflitto per noi non esistono. Noi auspichiamo un confronto con l’auspicio che poi negli organismi, pur nella diversità e tra le diversità di opinioni e idee, si trovi, come spesso è accaduto durante la mia gestione, una sintesi, una condizione univoca per l’azione comune del partito condivisa da parte di tutti”.
Un Pd che arretra nel consenso?
Fra le critiche mosse c’è l’affermazione in base alla quale ad ogni elezioni si è perso qualcosa da 2022 in poi
“Ma io non vedo un PD sparito! Devo dire che rispetto alla situazione che ho ereditato io, a partire dall’Ars, è tutto il contrario. Avevamo un gruppo con sette deputati regionali, lo abbiamo portato a undici nonostante la riduzione del numero complessivo di parlamentari regionali e nazionali. Le critiche sono bene accette però chi le fa dovrebbe anche ricordarsi che ha avuto un ruolo nella gestione del partito. Ruoli determinanti. Un conto sono le critiche che hanno natura propositiva, un conto è snocciolare numeri quando poi certamente non aiutano il dibattito all’interno del partito”.
Come andrà a finire?
“Bisognerà chiederlo agli iscritti. Abbiamo oltre 16.000 iscritti che saranno chiamati a votare a partire dal prossimo 15 maggio. Saranno chiamati a discutere e a confrontarsi già da questo fine settimana, quindi decideranno gli iscritti. Noi ci affidiamo alla volontà degli iscritti. Come dire il Pd certamente ha bisogno di essere rigenerato e serve un grande momento di confronto, di slancio e che garantisca un rinnovamento consistente degli organi dirigenti del partito e con un’apertura marcata alla società civile. Io credo che queste siano le ricette che devono contraddistinguere la nostra azione e che, sono convinto, daranno grande slancio al partito e creeranno le condizioni per la costruzione di un’alternativa chiara e netta rispetto al Governo Schifani”.




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