Ben 35 feste dell’Unità sparse per tutto il territorio siciliano. Una, quella di Palermo, che si è conclusa domenica scorsa, con un buon successo di pubblico ma con l’assenza del segretario regionale Anthony Barbagallo e con la scelta, notata da tanti, di escludere sotto i nomi di ciascun partecipante, il suo “titolo politico”. un’altra, nel Siracusano, segnata da polemiche, invece, meno velate. Il Partito democratico siciliano ancor più di quello nazionale sembra essere ad una svolta. Deve fare delle scelte per chiudere la stagione delle polemiche che sembra non volersi arrestare.
Di questo abbiamo parlato con Cleo Li Calzi, Presidente del Partito democratico siciliano. Il suo è un ruolo che deve essere di garanzia. Un ruolo complesso in un partito che appare diviso.
“Partito democraticamente vivace non necessariamente diviso”
Parla di democratica vivacità piuttosto che di divisione Li Calzi ospite di Talk Sicilia “Io credo che ci sia una forte vivacità dentro il partito e credo che sia una delle sue caratteristiche migliori. Non mi troverei bene in un partito in cui non c’è una dialettica, un confronto. Sono reduce da un fine settimana in cui ho partecipato alla festa dell’Unità di Palermo che è stata una festa veramente ben organizzata con presenze significativa e panel molto importanti. La segretaria provinciale Teresa Piccione ha fatto un ottimo lavoro perché ha raccolto attorno alla festa una comunità democratica che si rivela viva. Ricordiamoci che la festa sono fatte non per il partito ma per la comunità democratica: non devono essere autocelebrative. La festa è un momento in cui si accende il confronto e si chiede la partecipazione. Un partito è su questo che si basa sulla partecipazione”
L’omissione dei titoli politici
C’è stata, però, la scelta di omettere i titoli politici. Insomma la Presidente del Pd ha partecipato con nome e cognome ma senza dire, nel manifesto e nella locandina, chi fosse ovvero la Presidente del Pd. E questo è successo a tutti.
“Io credo che lo sappiamo tutti chi siamo e cosa facciamo. Quello che è importante è la comunità che vi partecipa non gli individualismi. Quindi sui titoli credo che possiamo benissimo partecipare, esserci come semplici militanti, anche alla festa. Non soltanto perché assumiamo un ruolo negli organismi di partito”.
L’assenza del segretario regionale
“Il segretario regionale era in contemporanea alle feste di Ragusa e di Niscemi. A volte il dono dell’ubiquità non l’abbiamo però la segreteria regionale, soprattutto i componenti di Palermo che sono molteplici ovvero la vicesegretaria Valentina Chinnici, Mario Albanese, Vincenzo Fasola, Daniela Vella, Gandolfo Librizzi, Sergio, erano tutti i presenti. Guarda gli organismi non sono monocratici sono collegiali quindi se l’organismo è rappresentato l’organismo c’è.
Dunque va tutto bene? Non ci sono tensioni nel Pd?
“Non va tutto bene. Dobbiamo lavorare perché il nostro interesse è costruire insieme agli altri nostri partner della coalizione una alleanza forte e passare all’azione politica: parlare di politica! La dialettica è importante, il confronto è importante. Ci sono dirigenti di partito di grandissimo valore anche in federazione a Palermo. Lavoriamo adesso sulle risposte che dobbiamo dare. Se ragioniamo soltanto sugli scontri la gente non ci segue politicamente. Poi lo scontro va portato a generare una trasformazione del partito. Se andasse tutto bene secondo me non sarebbe normale. Vanno bene tutti i partiti in cui vige un confronto democratico.
Costruire una coalizione in vista del 2027
“Bisogna lavorare, già da ieri, per costruire una risposta politica forte in vista delle amministrative, delle politiche, delle regionali. Bisogna farlo insieme a una coalizione. Anche qui la linea dettata dalla nostra Segretario nazionale che ci vuole testardamente unitari ci trova assolutamente sensibilizzati anche in Sicilia perché solo così possiamo costruire un sistema forte che si contrapponga a una destra che anche in Sicilia sta creando ogni giorno nuovi temi per i cittadini a cui dobbiamo assolutamente dare una risposta forte. Diciamo chiaramente che le cose non funzionano dalla sanità alle infrastrutture alla scuola”.
per cui inizia l’anno scolastico col dimensionamento ci sono tante risposte al PNR come spiega una una mia vecchia diciamo passione ma attuale passione rimangono sempre non ci ha soddisfatto quindi come. Quindi noi abbiamo bisogno di questo abbiamo bisogno di fare azione politica insieme a una coalizione di centrosinistra forte e coesa. [00:09:08][69.3]
La sfida dell’occupazione
“Da qui in poi ti risponderà la mia anima statistico economica. I dati sull’occupazione vanno letti. Un aumento dell’occupazione non significa un aumento di buona occupazione. Bisogna anche guardare che occupazione si genera ed oggi si sta generando un’occupazione molto più precaria, molto più fragile. Non è il dato in più che va guardato piuttosto va analizzata la qualità di questo dato E poi non funziona questo gioco di usare la statistica che mi conviene di più per portare il dibattito la dove mi serve”.
“C’è, piuttosto, un dato veramente drammatico: non c’è un piano per i giovani, non c’è un piano per farli rimanere in Sicilia e portare sviluppo e conoscenza in Sicilia, per aiutarli a realizzare i loro destini qui. Senza una visione, senza un piano, non abbiamo dove andare”.
La sfida del PNRR
“Mancano nove mesi al giugno al 2026. Scadenza alla quale nessuno può derogare. Ricordiamoci che il PNR è un programma che si basa su risultati, quindi a fine rendiconto noi avremo un conteggio rispetto ai posti asilo che abbiamo realizzato, ai posti di ospedali di comunità che abbiamo realizzato, al numero di strutture attive fra quelle che erano previste dal PNRR. Quindi non soltanto la spesa ma il reale risultato operativo raggiunto. La Sicilia è indietro su tutta la linea. E in più c’è un vulnus. Nel PNRR non erano previste le figure professionali per poi far funzionare tutto questo. C’era una parte della programmazione che andava fatta con le risorse FSC”.
“C’è, infatti, un contenitore che si chiama Fondo di sviluppo e coesione che doveva integrarsi fortemente. Ancora ci sono risorse del Fondo di sviluppo e coesione bloccate in un capitolo che si chiama Ponte sullo Stretto, che non creerà un solo medico dentro gli ospedali di comunità non ci risolverà nessun problema.
Le priorità del Pd nel 2027
“Credo che lavoro e sanità devono essere priorità programmatiche quindi su cui lavorare. Non una rispostina singola perché non non possiamo costruire niente se non poniamo le basi. Se non abbiamo il pilastro del lavoro e della sanità e aggiungo a questo anche la scuola, non possiamo andare avanti. Sono tre priorità fondamentali per i territori. Partendo da qui bisogna guardare alle aree interne. C’è un dibattito molto acceso su una posizione nazionale che ha un atteggiamento di rassegnazione rispetto al destino delle aree interne ma lo spopolamento non è la causa, piuttosto l’effetto della condizione che vivono questi territori”.
“Noi dobbiamo agire sulla causa non sull’effetto e per farlo occorre operare sui pilastri che poggiano su sanità scuola e mobilità”.
La video intervista integrale
Nella lunga video intervista Li Calzi ha parlato anche di tanto altro. eccola per intero






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