Una grana risolta in appena 24 ore. Fa un passo indietro Carmelo Ricciardo, l’architetto designato dirigente generale della Regione nella tornata di nomine di ieri da parte della giunta. Ricciardo era una delle cinque new entry ma subito era apparso un problema: è sotto processo per una vicenda risalente al 2019.

Il passo “di lato”

“Ringrazio per la fiducia l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano ma le condizioni contingenti non mi consentono di svolgere la funzione di dirigente generale per opportunità. Non accetto di essere al centro delle polemiche a causa della mia nomina che danneggiano l’azione del governo Schifani impegnato su grandi cose per la Sicilia. La mia considerazione verso l’Amministrazione regionale, che servo da tanti anni, e la fiducia che ho sempre avuto nella magistratura mi fanno fare un passo di lato. Intendo difendermi fino in fondo, precisando però che su sette capi di imputazione cinque sono stati già archiviati” scrive Ricciardo in una nota ufficiale fatta diffondere attraverso i canali della Lega. Annuncia così la rinuncia al ruolo di direttore generale del Dipartimento dell’Istruzione.

Un’opera di convincimento senza scosse

Dietro la scelta di Ricciardo c’è un’opera di convincimento alla rinuncia che è stata avviata non appena si è appreso del processo in corso a suo carico. Una moral suasion rispetto alla quale lo stesso presidente della regione non ha avuto alcuna resistenza; tutt’altro.  In realtà non c’è stato neanche bisogno di esercitare chissà quale pressione. Ricciardo ha assunto la sua scelta in maniera serena e consapevole

Schifani, “Rispetto la scelta di responsabilità”

“Prendo atto con rispetto della decisione di Carmelo Ricciardo di rinunciare all’incarico di dirigente generale del dipartimento dell’Istruzione. È una scelta che dimostra senso di responsabilità e attenzione verso l’azione del governo regionale, impegnato a lavorare con determinazione per il bene della Sicilia” dice il Presidente della regione che mostra apertamente il suo apprezzamento.

“A Ricciardo va il mio apprezzamento per il servizio reso all’amministrazione regionale in tanti anni di lavoro e che continuerà a rendere nel suo ruolo di dirigente regionale. Ribadisco ancora una volta la mia fiducia nella magistratura affinché presto possa fare piena chiarezza” sottolinea il governatore.

Un direttore da nominare

Grana sventata, dunque, ma adesso resta un posto vacante, un dirigente generale da nominare mentre la procedura che riguarda gli altri sedici può andare avanti. Per cinque di loro si tratta di conferme quindi nessuno problema. Per altri sette servirà un passaggio di consegne visto che cambiano dipartimento mentre per 4 di nuova nomina occorrerà forse qualche giorno di più.

Si tratta di Dorotea Di Trapani nuovo capo della Forestale, Salvatrice Rizzo, dirigente generale della Funzione Pubblica, Giovanni Cucchiara alla Pesca e Rossana Signorino alla Formazione professionale mentre resta scoperto il dipartimento dell’istruzione per effettpo della rinuncia di Ricciardo.  Turn over all’Agricoltura dove arriva Fulvio Bellomo che lascia lo Sviluppo rurale ad Alberto Pulizzi. All’Ambiente va Rino Beringheli che lascia l’Urbanistica a Beppe Battaglia. Infine Vitalba Vaccaro all’Autorità per l’innovazione tecnologica e Letizia Di Liberti alla Famiglia e politiche sociali.

I confermati sono cinque. Si tratta di Salvo Cocina alla Protezione civile, per il quale la giunta ha determinato una proroga di 18 mesi rispetto ai 5 anni di permanenza massima,  Vincenzo Falgares alla Programmazione, Mario La Rocca ai beni Culturali, Silvio Cuffaro alle Finanze e Salvo Taormina alle Autonomie locali.

I cinque “silurati”

Fra i cinque silurati Carmelo Frittitta, il dirigente generale delle Attività Produttive, Patrizia Valenti che guidava il Dipartimento Ambiente, Carmen Madonia che era cappo del personale, Maurizio Pirillo che guidava la Formazione Professionale e Giovanna Segreto che fino ad oggi ha guidato il dipartimento dell’Istruzione e dell’Università.