Pomeriggio di paura oggi all’ospedale Civico di Palermo per due diverse aggressioni subite dal personale sanitario entrambe intorno alle 15.

Si tratta di due diversi episodi avvenuto uno al Pronto Soccorso ed un secondo al quarto piano dello stesso stabile. I due eventi sembra siano del tutto scollegati fra loro.

La prima bolgia è scoppiata nei locali del nuovo Pronto Soccorso dove era in attesa di essere visitato un uomo che si sospetta fosse in crisi di astinenza anche se non vi è la certezza.

Dopo aver atteso per svariati minuti all’improvviso, senza un apparente motivo, l’uomo iniziava a dare in escandescenze.

Le urla all’indirizzo del personale richiamavano un vigilantes che tentava di calmarlo ma la reazione si faceva ancora più violenta fino a quando il paziente, in realtà molto poco paziente, in un eccesso di rabbia rompeva una vetrata ferendo anche vigilantes e operatori socio sanitari che cercavano di calmarlo.

Era necessario l’intervento della polizia per riportare la calma. L’uomo sarà denunciato per lesioni personali e danneggiamento di strutture pubbliche.

Nel frattempo al quarto piano scoppiava un’altra rissa in questo caso dopo il decesso di un paziente. la legge dice che se ild ecesso avviene in ospedale la salma deve essere trasferita in camera mortuaria ma i familiari e gli addetti ad un servizio di trasporto privato volevano portare via la salma. Al rifiuto del personale scoppiava la bolgia finita quasi in rissa.

Per il segretario della Fials sanità Enzo Munafò la situazione è ormai insostenibile “La Direzione aziendale si costituisca parte civile esonerando dall’obbligo di denuncia in questura il personale sanitario che va tutelato dall’azienda in cui presta servizio – dice Munafò che esprime, insieme ai segretari aziendali, piena solidarietà e vicinanza umana e professionale al personale sanitario del Pronto Soccorso del Civico – non possiamo sottovalutare episodi simili –dice Munafò, occorrono misure a garanzia di infermieri, medici, e di tutti gli operatori oltre che degli stessi pazienti. Le aggressioni al personale sanitario, ormai è risaputo, sono spesso una causa diretta anche dei considerevoli tempi di attesa. Situazioni che, soprattutto nei Pronto Soccorso, creano esasperazione che troppe volte sfocia in violenza verbale e sempre più spesso fisica”.

“Non si può ignorare come l’insufficiente governance aziendale nella gestione del sovraffollamento dei pronto Soccorso sia uno degli elementi di criticità che porta a questi eccessi. La riduzione dei tempi di permanenza è un preciso obiettivo dei direttori generali. Ciò provoca ripercussioni nell’offerta dei servizi a scapito della erogazione dei livelli essenziali di assistenza che continuano ad essere fruibili soprattutto grazie all’abnegazione del personale sanitario, sottoposto a stressanti ed insicure condizioni di lavoro, tollerate per mero spirito di servizio”.

“I direttori generali hanno l’obbligo di ridurre i tempi di permanenza al Pronto Soccorso – conclude Munafò – il problema non è tanto la carenza di posti letto quanto la loro gestione e non vi è dubbio che ciò ricade nella responsabilità dei direttori generali e dei direttori sanitari che non possiamo più esimerci dal chiamare in causa”.

La piaga delle aggressioni negli ospedali assume ormai cifre molto preoccupanti e non sembra che la si riesca ad arrestare

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