I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, coordinati Procura, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale hanno notificato a R.S., 40 anni, di Palermo, dipendente di Riscossione Sicilia S.p.A, la misura cautelare della sospensione dai pubblici uffici per un anno.

La misura cautelare è stata disposta dal giudice in sede di convalida di un sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla procura ed eseguito nei giorni scorsi per un importo pari a 163 mila euro in relazione alle ipotesi di reato di peculato e autoriciclaggio.

Le indagini, svolte dagli specialisti dai finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno consentito di accertare che l’indagata – addetta alla gestione delle istanze di rateizzazione e rottamazione delle cartelle esattoriali presso l’ente di riscossione -, tra il 2017 e il 2019, si è fatta consegnare da vari contribuenti ingenti somme di denaro, stimate in almeno 163.000 euro, con la promessa di potere aderire in tal modo a procedure particolarmente agevolate per la trattazione delle relative pratiche.

Ottenuti i pagamenti, per lo più in contanti ovvero a mezzo ricariche di postepay, l’indagata si è appropriata delle cospicue somme senza effettuare alcun versamento per la gestione delle posizioni debitorie dei contribuenti raggirati.

Parte delle somme sono state anche utilizzate per la ricarica di conti di gioco e scommesse online, per cui è scattata anche la denuncia per autoriciclaggio.

Tra i soggetti danneggiati figura anche una congregazione religiosa e una cooperativa che gestisce una comunità alloggio per famiglie svantaggiate e donne vittime di violenza e maltrattamenti.

All’indagata sono stati sequestrati un immobile nel centro di Palermo, due autovetture di recente immatricolazione, disponibilità finanziarie ed è stato anche disposto il blocco su un quinto dello stipendio, come previsto dalla legge.
Sono in corso specifici approfondimenti al fine di verificare il possibile coinvolgimento di ulteriori contribuenti in buona fede nelle condotte delittuose contestate.

Riscossione Sicilia ha fattivamente collaborato con gli investigatori, per una corretta ricostruzione delle somme illecitamente sottratte alle casse dell’ente.

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