Dieci tonni abbandonati nel mare palermitano sono stati recuperati e sequestrati dalla guardia costiera con l’intervento dei vigili del fuoco. Tre pescherecci non in possesso delle quote per la pesca del tonno sono stati sorpresi al largo. Gli equipaggi, non appena hanno visto in lontananza le imbarcazioni della capitaneria di porto, hanno abbandonato quanto pescato in mare legato ad alcuni gavitelli.

Tentano di evitare le multe

Un tentativo questo per evitare il sequestro e le multe e successivamente cercare di tornare indietro per recuperare i pesci. Mossa che non è sfuggita ai militari che hanno individuato i tonni lasciati in mare a galleggiare.

I numeri del sequestro

Una pratica pericolosa; questa infatti, rappresenta una delle cause di intossicazioni alimentari provocate dalla stamina prodotta dalle carni dei tonno che resta in mare a macerare. La stamina è una sostanza molto pericolosa per l’uomo che potrebbe in alcuni portare alla morte. In totale sono stati sequestrati 2.500 chili di pesce che sono stati devoluti al banco alimentare di Palermo dopo i controlli dei veterinari dell’Asp.

Altro sequestro con numeri ingenti

La pesca al tonno, considerato un prodotto pregiato, spesso ha questi contorni che sconfinano dalla legalità. Un’altra operazione di una certa entità sempre nel palermitano avvenne lo scorso anno quando più di due tonnellate di tonno rosso senza tracciabilità, in totale 11 esemplari, furono sequestrati dalla guardia costiera di Cefalù e dalla polizia stradale di Palermo che denunciarono un autotrasportatore e confiscarono il mezzo utilizzato per il trasporto del pesce. Il veicolo fu fermato nei pressi dei caselli autostradali di Buonfornello. Oltre alla guardia costiera intervennero all’epoca i medici veterinari dell’Asp di Cefalù che accertarono una temperatura di conservazione (18-19 C°) del prodotto ittico ben oltre i limiti previsti della vigenti normative. Tutto il prodotto ittico, non ritenuto adatto al consumo umano, venne distrutto. Al conducente furono contestate violazioni al codice della strada per un ammontare di circa 3.000 euro e violazioni alle norme sanitarie per circa 6.000 euro.

Articoli correlati