Pesce di dubbia provenienza o mal conservato, scattano nel palermitano multe e sequestri. I militari della capitaneria di porto hanno sequestrato quattro tonnellate di pesce ed elevato multe per quasi 9 mila euro. L’attività è scattata nel corso di controlli a tutela del consumatore. A finire nel mirino delle multe e dei sequestri negozi, ristoranti e ambulanti con varie irregolarità nella vendita del pesce.
Alcuni ristoranti cinesi e giapponesi, inoltre, utilizzavano prodotti ittici di provenienza dal sud est asiatico. In un esercizio commerciale gestito da un titolare del Bangladesh all’interno delle celle frigo è stato anche rinvenuto del prodotto ittico asiatico senza la documentazione sulla tracciabilità. Per questo è arrivato il sequestro di circa 3 tonnellate e mezzo di pesce e una multa di 1.500 euro.
In un ristorante giapponese, dove c’è il menù “All you can eat”, sono stati trovati 75 chili di pesce non tracciati trovati nei congelatori. I veterinari dell’Asp hanno ritenuto il prodotto non idoneo al consumo ed è stato distrutto. Anche per il ristorante è stata elevata una sanzione di 1.500 euro. Altri 100 chili di pesce sono stati sequestrati a due ambulanti che vendevano pesce spada, specie vietata in questo periodo. I due venditori sono stati multati rispettivamente con sanzioni per 2.600 e 3 mila euro.
Controlli di questo tipo sono periodici a Palermo. Nel novembre scorso sempre la capitaneria di porto della Sicilia occidentale ha sequestrato 8.500 chili di pesce non tracciato o conservato nei congelatori oltre la data di scadenza prevista. I sequestri sono stati sia a Palermo che in provincia di Trapani. Nel porto del capoluogo siciliano in un furgone sono stati trovati 15 esemplari di tonno Alalunga non tracciati. Il conducente è stato multato e i 220 chili di tonno sono stati sequestrati e devoluti al banco alimentare. A Mazara del Vallo, durante l’ispezione in un centro all’ingrosso, sono stati sequestrati 5.200 chili di pesce in parte non tracciato e in parte scaduto.