Cala la notte sul piano di riequilibrio di Palermo. Come il sole all’alba, si elevano i dubbi in merito alla manovra lacrime e sangue voluta dall’Amministrazione Comunale per salvare i conti di Sala delle Lapidi, fiaccati da uno spropositato sovraccreditamento. Un atto votato in extremis dal Consiglio Comunale che rischia di segnare il futuro dei prossimi vent’anni del capoluogo siciliano. Ciò con una pioggia di aumenti indiscriminati. A cominciare dall’addizionale Irpef, la quale risulta addirittura raddoppiata già nei primi due anni (2022 e 2023). Un salasso che potrebbe non bastare. Ciò alla luce della riduzione dei fondi previsti nell’alveo della finanziaria votata dal Governo nazionale.

I dubbi sollevati dall’asse centrista

Entrata che, secondo la prima stima iniziale fatta durante la redazione del piano, era stata fissata intorno ai 436 milioni di euro. Cifra che si è abbassata a 188 milioni di euro, come previsto nel prospetto del cosiddetto “emendamento Evola”, ma che rischia di avere un nuovo taglio al ribasso. A gettare nuove ombre sul futuro del piano di riequilibrio è l’asse centrista formato dai gruppi “Oso”, Italia Viva e +Europa-Azione, durante la conferenza stampa conclusasi qualche minuto fa a Palazzo delle Aquile. Dati non certo confortanti quelli forniti dai consiglieri comunali, che parlano di otto milioni gli euro in meno rispetto ai 188 preventivati dall’Amministrazione Comunale. Un elemento già sufficiente a non far tornare i conti di un documento che già partiva dall’inizio con una coperta decisamente corta.

Ammanchi che, se confermati, ricadranno tutti sulle tasche dei palermitani. Come? Attraverso un rincaro dell’irpef. Già, quella stessa addizionale raddoppiata dal piano di riequilibrio, che potrebbe subire ulteriori aumenti. Ma se tale salasso permetterà comunque di tenere in piedi il piano, almeno fino al giudizio della Corte dei Conti, la scure che rischia di abbattersi sui palermitani potrebbe essere devastante. Ciò alla luce anche della clausola di salvaguardia chiesta in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal documento economico-finanziario. Qualora infatti la futura Amministrazione non riuscisse a superare gli step fissati ogni sei mesi, tali minori introiti si ripercueteranno anch’essi sull’addizionale Irpef. Oltre al danno la beffa per le decine di migliaia di contribuenti palermitani, che già dovranno subire un notevole aumento della pressione fiscale.

Forello: “Accordo rischia di far perdere la dignità alla città”

Intervenuto ai nostri microfoni a margine della conferenza stampa, il consigliere comunale del gruppo “Oso” Ugo Forello ha palesato nuovamente tutte le sue perplessità in merito al piano di riequilibrio. Dubbi già mostrati nell’intervista rilasciata ieri, nella quale criticava l’Amministrazione Comunale sul bando relativo ai creditori. “I conti non tornano. Con questo accordo da sottoscrivere con il Governo nazionale, la nostra città rischia di perdere la propria dignità. Bisogna intervenire. Il piano di riequilibrio fa acqua da tutte le parti. E’ previsto un ammancano di otto milioni di euro. E poi le previsioni dei tassi di riscossione, come preannunciato, sono sbagliate. Si prevedono ulteriori rincari per il 2022, 2023 e 2024 dell’addizionale Irpef. E quella dell’aumento della pressione fiscale dei cittadini senza migliorare niente. Non possiamo svendere la nostra libertà come città attraverso un accordo che darebbe a Palermo, in vent’anni, solamente 180 milioni di euro. E’ inaccettabile”.

Chinnici: “Orlando non deve firmare l’accordo”

Sulla stessa linea anche il capogruppo di Italia Viva Dario Chinnici, che lancia un monito chiaro e preciso al sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Abbiamo chiarito, oggi più che mai, che non permetteremo a questa Amministrazione di mettere in tasca ai cittadini palermitani. Lo faremo ogni giorno e staremo al fianco dei palermitani. Quest’Amministrazione avrà dettate le linee guida direttamente da noi e non da loro, visto che sanno dire solo bugie. Orlando non deve firmare l’accordo e deve essere sincero nei confronti della città“.

 

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