Il piano regionale dei rifiuti della Sicilia sbarca in Unione Europea. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, vola a Bruxelles, dove domani incontrerà la commissaria dell’Ue all’Ambiente, Jessika Roswall, per discutere proprio del Piano rifiuti della Sicilia.
Il piano parte dai termovalorizzatori
Il piano rifiuti siciliano ruota intorno alla costruzione di due impianti di termovalorizzazione che entreranno in funzione nel 2028. Dopo l’aggiudicazione della gara per la progettazione di fattibilità tecnico-economica avvenuta lo scorso 8 settembre il raggruppamento di aziende vincitrice ha a disposizione 150 giorni.
L’appalto, del valore di quasi 22 milioni di euro, riguarda, come detto, la progettazione di fattibilità tecnico-economica (Pfte), il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, la redazione della relazione geologica e del piano economico-finanziario (pef) di massima.
La fase successiva sarà quella che permetterà di mandare in gara la costruzione vera e propria con avvio dei cantieri prevista nel settembre del 2026 e tempi di realizzazione di 18 mesi dunque con consegna di opere finite nella primavera del 2028 ed avvio degli impianti previsto entro giugno 2028.
Il piano rifiuti che ruoterà intorno
I due impianti saranno il punto nodale del piano regionale dei rifiuti che prevede anche 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. I termovalorizzatori saranno utilizzati per il trattamento dei rifiuti urbani non riciclabili, provenienti dalle piattaforme regionali di pretrattamento, biodigestione e compostaggio.
Nessun arretramento della differenziata
Non ci sarà un arretramento della raccolta differenziata. Il piano rifiuti prevede il recupero del 65% dei soldi urbani e l’azzeramento dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione. Questo permetterà la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni di euro annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.
Nella foto la firma del contratto per la progettazione dei termovalorizzatori




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