La città metropolitana di Palermo ha avuto finanziamenti per oltre 2 miliardi. Quindi sul territorio di Palermo saranno finanziati 833 progetti di varie dimensioni con un rapporto procapite per ogni cittadino di 1800 euro. A dirlo nell’aula Piersanti Mattarella dell’Ars di Palermo è stata Bianca Maria Volpe dell’ispettorato generale del Pnrr. L’occasione per fare il punto sull’uso dei fondi è stato l’incontro “I Comuni come leva di sviluppo attraverso il Pnrr” organizzato da Quater.
“Si tratta – ha aggiunto di una grande fonte di finanziamento per il futuro del territorio. Per raggiungere gli obiettivi i progetti di ogni comune devono essere seguiti e quindi bisogna agire tutti come dei project manager. Ad oggi purtroppo sono state indette poche gare e pagamenti solo per 3 milioni di euro”.
Capacità amministrativa satura, rischio carenza progetti
I comuni del Mezzogiorno – ha aggiunto Manfredi De Leo, vice capo di Gabinetto del Ministro per gli affari Europei e il Sud durante il convegno – hanno una capacità amministrativa già satura e faticano a misurarsi con investimenti così rilevanti come quelli del Pnrr che sono da da soddisfare in breve tempo. La risposta a questo tema è arrivata qualche mese fa con il decreto Sud e coesione che permetterà l’assunzione di 2200 unità di personale.
Il dirigente del ministero ha poi spiegato: “Il Governo ha preso questi fondi ed ha dato 1,3 miliardi di euro che consentiranno il reclutamento e le successive assunzioni fondamentali per aumentare la capacità di spesa preso i comuni”. “Grazie ai pagamenti delle 4 rate – ha detto ancora De Leo – già pagate dall’Europa all’ Italia abbiamo ottenuto già 102 miliardi di euro e siamo il paese più avanzato in questo campo.
Il rischio di perdere risorse
C’è stata una Revisione sostanziale del piano che evolve con il contesto ed ha consentito di allocare le risorse che potevano andare perse in modo diverso. Gli interventi sono stati spostati su altre forme di finanziamento e non verranno in nessun modo persi. L’eredità più grande del Pnrr è proprio il metodo di lavoro per obiettivi, che permette di riadattarli ai vari contesti”.
Servono risposte mirate
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha aggiunto in un messaggio Gaetano Galvagno presidente dell’Ars – è un’occasione unica ed è un treno che passa una volta sola e non bisogna perderlo. In un contesto in cui le sfide della modernità – ha concluso Carlotta Previti esperta in politica di coesione territoriale- richiedono risposte mirate e innovative, i comuni rivestono un ruolo cruciale nel tessuto sociale e territoriale. Il PNRR offre l’opportunità di rafforzare e valorizzare queste comunità, consentendo loro di giocare un ruolo chiave nel processo di ripresa economica e di costruzione di una società più sostenibile e resilienti”.
La chiusura dei lavori
A chiudere i lavori è stato il deputato regionale di FDI Marco Intravaia “Nel mio doppio ruolo di deputato e amministratore locale sono molto consapevole dell’opportunità unica rappresentata dal PNNR. È necessario acquisire un nuovo approccio alla progettualità che ci faccia avere una visione prospettica rispetto alle nuove generazioni, meno legata alla contingenza politica. Sono anche consapevole delle difficoltà legate alla mancanza di risorse umane nei comuni che rende spesso difficile la realizzazione di progetti pur indispensabili. Uno degli interventi più importanti inseriti nella recente manovra finanziaria ha istituito un fondo di 40 milioni di euro da distribuire ai comuni, riservato soltanto agli oneri di progettazione, per un massimale di 200 mila euro. Non dimentichiamo che in Sicilia sono previsti 700 progetti soltanto nel campo della sanità, fra cui la realizzazione delle case e ospedali di comunità per dare risposte assistenziali soprattutto ai cittadini dell’entroterra. Il PNNR potrebbe essere l’ultima grande chance per cambiare il volto della nostra terra”.
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