Torna l’allarme sulle condizioni della Diga Trinità nel Trapanese e tornano gli sversamenti di acqua in mare. Le piogge innalzano il livello delle riserve ma la diga non è in grado di contenerle in base alle autorizzazioni di carico e dunque l’acqua viene buttata via.

Spreco inaccettabile

“Le ultime piogge hanno aumentato il livello delle acque della diga Trinità, eppure oggi quell’acqua – preziosa e indispensabile – viene sversata in mare. Perché? Perché il Governo regionale non ha mai realizzato i lavori di adeguamento e messa in sicurezza del bacino, programmati e annunciati più di un anno fa. Un’occasione mancata che si traduce in uno spreco inaccettabile e in un’emergenza idrica senza precedenti per la provincia di Trapani” afferma la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, denunciando “il paradosso di un territorio dove l’acqua per usi irrigui della diga Trinità finisce in mare, mentre quella potabile della diga Garcia nei mesi scorsi è stata dirottata nelle campagne, lasciando i cittadini a secco”.

“Sul caso Garcia – prosegue Ciminnisi – il presidente Schifani ha persino trovato un capro espiatorio nel direttore del Consorzio di bonifica, accusato di un errato calcolo del fabbisogno irriguo. L’ennesima scusa, l’ennesimo “non è colpa mia”. Ma i cittadini non hanno bisogno di alibi: hanno bisogno di acqua nelle loro case, adesso”.

L’attacco di Ciminnisi sui social

“E mentre i sindaci dell’ATI e del territorio trapanese sono stati ricevuti a Palermo dall’assessore Sammartino per un vertice sulla situazione idrica cosa fa Renato Schifani? Manda il suo assessore Turano a sedare, a mezzo stampa, le giuste proteste dei sindaci e organizza una passerella annunciando una visita negli stessi territori che continua a ignorare da mesi, forse addirittura programmando un sorvolo in elicottero. Un volo alto, altissimo: talmente alto da non vedere i cittadini a terra rimangono senza acqua. Schifani non ha bisogno di volare più in alto: avrebbe bisogno, semmai, di scendere finalmente tra le persone e assumersi la responsabilità delle proprie scelte mancate. Questa non è una presa d’atto dell’emergenza: è una fuga dalle proprie colpe. Il tempo delle scuse è scaduto”.