Non volevamo e non vogliamo mancare di rispetto alla memoria dei giudici e alle famiglie per questo, per il futuro, rinunceremo al nome “Falcone e Borsellino”. Lo hanno scritto in una lettera al consolato italiano i titolare del ristorante Pizzeria di Francoforte finiti al centro di una polemica tutta italiana.

Per la sua pizzeria a Francoforte sul Meno, in Germania, ha scelto il nome “Falcone e Borsellino”. E ai due magistrati uccisi dalla mafia nel 1992 ha anche intitolato alcuni piatti del menu.

Sui muri del locale ha appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i giudici e accanto ha messo l’immagine di don Vito Corleone interpretato da Marlon Brando nel celebre film Il Padrino. Tutti intorno buchi a simboleggiare fori di proiettile. Bene e male insieme tra piatti di pasta, pizze e birra.

Una violazione della memoria dei due magistrati antimafia secondo la sorella del giudice Giovanni Falcone, la professoressa Maria Falcone, che ha richiesto al Tribunale tedesco di inibire al proprietario del locale, Constantin Ulbrich, di utilizzare il nome Falcone nell’intestazione della pizzeria.

A inizio dicembre il deposito del verdetto: ricorso respinto perché, scrive il tribunale, sono passati quasi 30 anni dalla morte di Falcone e il tema della lotta alla mafia non è più così sentito tra i cittadini. Inoltre – prosegue la sentenza – il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria.

A nulla sono valsi i documenti prodotti dalla Fondazione Falcone e dalla sorella del magistrato assassinato a riprova della fama internazionale e in particolare della notorietà in Germania del magistrato palermitano.

Ma nonostante la sentenza il titolare ha deciso di rinunciare al nome “Se Maria Falcone ci avesse contattato invece di ricorrere direttamente al tribunale avremmo certamente chiarito l’equivoco – lamenta in sostanza – perchè la nostra intenzione non era offendere ma ricordare”.

E la sentenza, intanto, causa  indignazione non solo in Italia ma anche in Germania. “Nessuno ha dimenticato Falcone”: con un lungo articolo la Frankfurter Allgemeine Zeitung torna oggi sulla vicenda e sulla sentenza del tribunale del Land che ha respinto la richiesta di Maria Falcone di impedire l’uso del nome dei magistrati. “Che la mafia globale agisca e sia di casa in Germania dagli anni sessanta sembra una cosa non ancora conosciuta dal tribunale del Land di Francoforte – nel momento in cui il giudice si riferisce alla lotta alla mafia come qualcosa ‘agli atti'”, scrive Petra Reski nota autrice in Germania per i suoi libri sulla mafia in Germania. “Che il folklore della mafia non sia altro che propaganda della mafia dovrebbe essere chiaro anche al giudici di Francoforte” conclude. Ieri, con una lettera, la proprietà ha reso noto di rinunciare al nome in futuro, nonostante la sentenza del tribunale

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