Sembra destinata a non spegnersi la polemica intorno al concertone per raccogliere fondi necessari a realizzare un poliambulatorio pediatrico tenuto a Palermo da Gigi D’Alessio e organizzato dalla Fondazione Dragotto.

Dopo la polemica con il Presidente della Regione Renato Schifani, Dragotto torna a cercare l’occasione e usa la seconda serata per stuzzicare l’amministrazione regionale: “Il mio grazie siete voi – dice rivolgendosi al pubblico – e grazie anche a chi ha collaborato, perfino a quelli che non se lo meritano ma hanno comunque lavorato con la Fondazione Dragotto  – poi ha aggiunto – ma non entriamo nell’argomento”.

Il messaggio e i riferimenti velati

Un breve messaggio carico di riferimenti velati ha, dunque, segnato la seconda serata (21 giugno) di Gigi&Friends, ancora una volta attraversata da tensioni tra la Regione siciliana e la Fondazione Dragotto. Un tono pungente quello del presidente dell’omonima Fondazione che non ha perso occasione per lanciare un altro colpo: da un lato ha citato pubblicamente l’accordo con l’assessorato alla Salute e il Policlinico Paolo Giaccone, rappresentati dall’assessore Faraoni e dalla dottoressa Furnari; dall’altro ha lasciato intendere il suo fastidio per la polemica esplosa il giorno prima.

“Con l’assessorato alla Sanità e con il Policlinico Paolo Giaccone, nella persona dell’assessore Faraoni e della dottoressa Furnari, è stata firmata la convenzione in cui la Fondazione Dragotto si impegna nella ristrutturazione del plesso completamente in disuso, comprerà i macchinari diagnostici e consegnerà le chiavi a maggio, si spera, del prossimo anno in modo tale che tutte le famiglie siciliane possano curarsi a Palermo senza dover fare viaggi fuori dalla Sicilia”.

Gigi D’Alessio & Friends, la polemica fra Dragotto e Schifani: “Regione e Policlinico dimenticati”

La polemica era nata sabato, subito dopo il primo concerto quando la Regione siciliana aveva sottolineato pubblicamente l’assenza dei marchi e dei riferimenti alla Regione siciliana ed al Policlinico di Palermo nell’iniziativa che ha portato al concerto di D’Alessio e dei suoi “amici” allo stadio Renzo Barbera. Una “inadempienza contrattuale” era stato scritto nella nota ufficiale della Regione.

La nota polemica della Regione

“In merito alla realizzazione del nuovo poliambulatorio pediatrico e neonatale nei locali di Villa
Belmonte a Palermo, si precisa che la Regione siciliana, tramite l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Paolo Giaccone, ha messo a disposizione gli spazi dell’ex Imi e contribuirà con un finanziamento di 500 mila euro destinato all’acquisto degli arredi e delle attrezzature necessarie al funzionamento della struttura” scriveva la Regione nella nota polemica dalla quale traspariva tutta l’irritazione istituzionale.

“Si evidenzia inoltre che, nell’ambito di tutte le attività promozionali, comunicative e istituzionali legate all’iniziativa, la Fondazione Tommaso Dragotto si è formalmente impegnata a garantire la visibilità del logo della Regione siciliana e dell’Azienda ospedaliera Policlinico di Palermo in ogni evento ufficiale collegato alla promozione dell’intervento, riconoscendone il ruolo centrale e il contributo strategico nel progetto, che si colloca nell’ambito del partenariato pubblico-privato, già sperimentato nel tempo dal governo regionale”.

La Regione stigmatizza gli eventi ma si augura che si recuperi “istituzionalità”

“La Regione, pur stigmatizzando quanto avvenuto ieri sera, dal momento che nel corso dell’evento di beneficenza organizzato allo stadio di Palermo dalla Fondazione Dragotto per la raccolta i fondi non è stato fatto alcun riferimento all’iniziativa condivisa con la Regione e con il Policlinico, conferma il proprio impegno in virtù dell’alto valore sociale e sanitario del progetto e auspica, per il futuro, il pieno rispetto degli impegni assunti dalla Fondazione Dragotto – conclude la nota – Tale precisazione si rende opportuna per rappresentare con chiarezza il quadro delle responsabilità e delle sinergie istituzionali che stanno rendendo possibile la realizzazione di un’opera di alto valore sociale e sanitario per il territorio, a beneficio dei bambini della comunità siciliana affetti da malattie rare”.

Tommaso Dragotto smentisce

Ne era seguita una smentita del Presidente della Fondazione, Tommaso Dragotto “Sono piuttosto stupito di quanto apprendo tramite nota ufficiale in quanto sul palco è stata chiaramente nominata la convenzione con l’Assessorato Regionale alla Sanità e con il Policlinico Paolo Giaccone, entrambi espressione di diretto riferimento della Regione Siciliana. Non ravvedo quindi alcuna dimenticanza da parte nostra. Aggiungo inoltre che financo nel mega poster affisso all’ingresso dello stadio Barbera sono presenti ambedue i loghi. Forse sarebbe molto più opportuno per la prossima volta che il presidente Schifani stesse più attento e non lasciasse il concerto molto prima del suo termine” diceva Dragotto, replicando alla nota della Regione Siciliana.

La controreplica di Schifani

Ma invece di minimizzare il fatto Dragotto aveva ottenuto l’effetto contrario ovvero una ulteriore replica stavolta personalmente dal Presidente della Regione Renato Schifani.

“Spiace dover constatare che il presidente della Fondazione Dragotto, anziché riconoscere una grave dimenticanza istituzionale, oltre che una inadempienza contrattuale, tenti di minimizzare quanto accaduto. Durante l’evento di ieri sera allo stadio di Palermo non è stato in alcun modo menzionato il ruolo diretto della Regione Siciliana, né la convenzione sottoscritta. È un dato di fatto, non un’opinione” sostiene il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, replicando personalmente alle dichiarazioni del presidente della Fondazione Dragotto, che ha smentito presunte omissioni.

Quanto alla sua presenza all’evento, Schifani chiariva: “Non corrisponde al vero che abbia lasciato il concerto prima del termine. Sono rimasto fino alla fine, pur scegliendo di assistere allo spettacolo con discrezione, nelle retrovie, e non nei posti in prima fila. Le insinuazioni al riguardo sono fuori luogo e irrispettose”.

Ora il “punzecchiamento” finale che potrebbe avere conseguenze anche se forse non a livello di stampa.