Continuano le polemiche dopo  l’ok arrivato nel Consiglio dei Ministri di ieri al decreto per il Ponte sullo stretto di Messina. Dopo Ferrandelli, di Azione, ora è il turno di Faraone, parlamentare nazionale Azione-Italia Viva-Renew Europe. “Sono da sempre un grande sostenitore della realizzazione del ponte sullo Stretto – dice -. Collegare Sicilia e Calabria con un ponte, tra le altre cose, consentirebbe anche a noi siciliani di viaggiare in Frecciarossa. Due perplessità però sul progetto Salvini lasciatemele esprimere”.

Le perplessità di Faraone

“La prima: la proposta di ieri è stata approvata “salvo intese”. Vuol dire che stiamo parlando del nulla elevato al quadrato. Come dire: “Ho comprato casa ma devo trovare una banca che mi faccia un mutuo e un notaio che mi faccia l’atto. Siamo ad un appunto su un foglio di carta volante, nulla di più”.

“In Sicilia una oggi grande “trazzera””

Poi Faraone sottolinea che, a proposito di Frecciarossa, nelle stesse ore in cui si approvava in Cdm il piano per la realizzazione del progetto del ponte entro il 2024 e la realizzazione dell’opera in un quinquennio, si annunciava la destinazione di 4 miliardi per migliorare la percorrenza tra Palermo e Catania (220 km) e ridurre la durata del viaggio da tre a due ore. “Tutto buono e benedetto” come si dice dalle mie parti. – aggiunge il deputato di Azione -. Ma tratte simili, “nel continente”, si percorrono in un’ora. Pensate ad esempio alla Roma/Napoli 216 km in 56 minuti. O il ponte serve per migliorare la qualità delle infrastrutture in tutta la Sicilia, oggi una grande “trazzera”, o introduce l’alta velocità anche nell’isola, oppure sarà una cattedrale nel deserto e avremo soltanto scherzato”.

In Sicilia la “media velocità”

“La differenza di costi, tra la vera alta velocità e la linea che si sta realizzando in Sicilia, sta in circa il 10/15 per cento. Si viaggia con l’alta velocità nel resto d’Italia già da vent’anni. Con vent’anni di ritardo si propone alla Sicilia di accontentarsi della “media velocità”, che si realizzerà tra l’altro, se va bene, tra quattro anni. C’è chi si accontenta, io lo ritengo ingiusto e offensivo”.

Ferrandelli, “Prima strade e autostrade”

“Facciamo un’opera che stia in piedi e che duri nei secoli”. Con queste parole il ministro dei trasporti e vicepremier Matteo Salvini ha commentato la notizia di ieri del Parole che stanno scatenando la reazione di vari esponenti politici.

“Senza strade interne, il ponte è solo mancetta”

Non si fa attendere infatti la risposta all’intervista radiofonica a Radio Anch’io su Radio 1 del Ministro delle Infrastrutture Salvini sul ponte sullo stretto. Secondo Salvini, entro il 2024 partiranno i lavori per l’infrastruttura siciliana più dibattuta di sempre. “Al Ministro Salvini chiedo apertamente: entro il 2024 vogliamo chiusi i cantieri autostradali e ferroviari siciliani. Questo è quello che tutti i siciliani, prima ancora di parlare di ponte sullo stretto, vogliamo e di cui abbiamo bisogno.” – afferma Fabrizio Ferrandelli della segreteria nazionale di Azione, che continua: “Senza infrastrutture interne, strade e autostrade per cominciare, il ponte diviene solo una mancetta, inutile. Serve terminare i cantieri fermi da anni. È su questo che vogliamo risposte da parte del Ministro delle infrastrutture”, conclude Ferrandelli.

Il problema della sismicità nello Stretto

Salvini nel corso dell’intervista radiofonica ha anche parlato del rischio sismico che insiste nell’area dello Stretto. Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto “la sismicità c’è in Italia come in Turchia e in Giappone e ci sono ponti in Turchia e Giappone”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Il ponte fu validato e progettato da società italiane, spagnole, giapponesi e americane e quindi più alta è una struttura, più resiste alla sismicità, non esiste nessun problema di maree, di vento, di sismicità”, ha aggiunto Salvini. “Facciamo un’opera che stia in piedi e che duri nei secoli”, ha sottolineato il ministro. Il ponte sullo stretto di Messina ha ricevuto l’ok ieri con un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri.

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