Non solo proteste contro il Governo Meloni da parte di impresari edili, fornitori e committenti per il caos in cui ha fatto piombare la norma del Superbonus 110%, ora ci si mette anche il caos legato al portale in cui vengono caricate le pratiche delle agevolazioni. Una corsa contro il tempo per le aziende che devono depositare entro marzo le istanze per ottenere i benefici relativi alle spese sostenute lo scorso anno.

La denuncia di Barbagallo

“Un intoppo tecnico rischia di impedire agli italiani di ottenere i benefici del Superbonus per le spese sostenute nell’arco del 2022. Purtroppo il portale dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è intasato dalle migliaia di richieste in coda e non rilascia i codici necessari per compilare l’istanza da depositare, entro il 31 marzo, all’Agenzia delle entrate per ottenere i benefici fiscali”. La denuncia arriva da Anthony Barbagallo, capogruppo PD in commissione Trasposti della Camera e segretario regionale del PD Sicilia.

L’appello del Pd per una proroga

“Prendiamo atto di un disservizio di tipo tecnico che di fatto ha impallato il portale Enea – afferma Barbagallo – ma al contempo ci auguriamo che lo faccia anche il Governo intervenendo con celerità ma anche, con urgenza, rinviando il termine del 31 marzo, ormai alle porte”.

La protesta a Roma, tanti i siciliani

E ieri la protesta degli “Esodati del Superbonus”, i cittadini, tra imprenditori edili, fornitori, general contractor e committenti, che sono rimasti invischiati a causa delle continue modifiche alla legge del Superbonus 110%. Ieri a Roma e a Genova sono state organizzate due grandi manifestazioni nazionali per protestare contro il Governo Meloni che ha voluto dare il colpo di grazia al provvedimento bloccando le nuove cessioni di credito e gli sconti in fattura a partire dal 16 febbraio, giorno in cui è stato varato il decreto. Anche dalla Sicilia a Roma per protestare per il Superbonus 110 bloccato dal Governo Meloni c’erano numerosi edili, imprese e cittadini. La mobilitazione di ieri ha visto la partecipazione di oltre 3000 imprenditori e lavoratori del settore giunti nella Capitale da tutta Italia, con una rappresentanza anche di aziende siciliane. In Sicilia sono oltre 2500 le imprese con crediti “incagliati” che senza un intervento della politica rischiano di fallire, licenziare lavoratori e non completare le opere.