Tornano in piazza con un sit in domani a partire dalle 9,00 in via Trinacria davanti l’assessorato regionale al lavoro i circa 2500 precari ex Pip della Regione siciliana

La norma per la stabilizzazione

Nei mesi scorsi  il Senato ha approvato una norma che consentirà non solo di riconoscere i lavoratori ex Pip ma di iniziare un percorso concreto e serio di stabilizzazione. La realtà degli ex-pip Emergenza Palermo trova le sue origini molto indietro nel tempo, con precisione nell’agosto del 2000, quando 3035 soggetti svantaggiati dell’area metropolitana di Palermo confluirono in un bacino di risorse a disposizione degli enti. Iniziò così la lunga storia dei lavoratori di Emergenza Palermo che iniziarono a prestare la propria attività operando nelle scuole, negli ospedali, nei comuni ed altre strutture pubbliche, svolgendo svariate mansioni, dai custodi agli addetti alle pulizie, operai ed anche lavorando presso gli uffici in qualità di impiegati.

Sono circa 2600

I lavoratori ex-pip, ad oggi circa 2500 e con età media che oscilla tra i 50 e i 60 anni, sono in atto utilizzati nelle pubbliche amministrazioni. Per effetto dell’emendamento approvato, sono stati impiegati anche per fare fronte al crescente fabbisogno di risorse umane nel contrasto dell’emergenza Covid19. Il Governo Musumeci, intervenuta la sentenza n. 194 del 2020 della Corte Costituzionale, ha tenuto diretti contatti con la Conferenza delle Regioni e la Conferenza Stato-Regioni, ottenendone l’appoggio all’emendamento, nonché con i Ministeri della Pubblica amministrazione e del Lavoro.

Calato il silenzio

Giunta la norma nazionale e avviato il ,tavolo tecnico da settembre è calato il silenzi sulla loro vicenda “Per quanto ancora – attacca Mimma Calabrò segretario generale Fisascat Cisl Sicilia– gli Ex Pip dovranno restare in questo limbo, sopportando tutto questo?”.

Al limbo si aggiungono i disservizi

Ora la limbo in cui vivono attendendo risposte che non arrivano si aggiungono assurdi disservizi alla Regione. I continui cambi di funzionari al Dipartimento lavoro hanno gettato, infatti, nel caos la gestione degli ex Pip fino a far temere perfino ritardi nei pagamenti del già misero assegno da 830 euro

Non hanno una busta paga

Gli ex Pip non hanno una vera e propria busta paga. C’era un accordo per il rilascio regolare di cedolini ma questo non è stato rispettato. Solo chi va fisicamente a chiederne conto ne riceve una copia.  Una consegna spot di documenti che invece dovrebbe essere la normalità. Ma sul loro assegno vengono operate regolarmente, invece, le trattenute anche se non viene, invece, erogato con la medesima regolarità il ‘bonus Renzi’ rispetto al quale hanno percepito sporadici acconti.

Ogni minimo diritto è una conquista

Per gli ex Pip anche i diritti essenziali sono frutto di conquiste. Perfino l’abbigliamento protettivo per loro è disponibile solo se ne resta dopo la distribuzione al personale assunto

Si rischia di innescare una guerra fra poveri

A fronte di ciò un’altra categoria di precari, gli Asu, riceveranno un assegno una tantum di mille euro ma per loro non c’è alcun incentivo. Una vicenda che rischia di innescare una assurda ‘guerra fra poveri’. E’ vero che gli Asu vengono pagati meno e non vedono all’orizzonte un percorso di stabilizzazione ma le discriminazioni fra precari sono sempre brutte per gli uni e per gli altri.

Le richieste

“Serve mettere ordine e fare chiarezza – dice ancora Mimma Calabrò – all’assessore al Lavoro della regione presenteremo le nostre rimostranze per la gestione da parte del Dipartimento di questi precari. Non è accettabile che i lavoratori, già fortemente penalizzati, debbano pagare anche le conseguenze di disservizi organizzativi da parte del Dipartimento regionale al Lavoro”.

Ma le richiesta non si fermano qui “Occorre far ripartire il percorso di stabilizzazione senza se e senza ma. La politica non può semplicemente tacere di fronte a tutto questo. Ci sono le norme e gli strumenti, bisogna superare gli ostacoli e procedere per dare finalmente dignità a queste lavoratrici e a questi lavoratori di fatto ‘sfruttati in nero’ dall’amministrazione fino ad oggi”.

Savona “Disponibili 832mila euro fino a fine anno”

E intanto il Presidente della Commissione bilancio all’Ars Riccardo Savona fa sapere che “I compensi destinati agli ex Pip del bacino emergenza Palermo, a copertura degli stipendi, fino al termine dell’anno in corso, non sono 600 mila euro – come erroneamente da qualcuno è stato affermato – bensì oltre 832 mila euro. Mi sembra una correzione doverosa, specie perché nei giorni scorsi, in Commissione bilancio, dai banchi dell’opposizione, si diffondevano notizie fuorvianti, come la possibilità di non destinare risorse sulle variazioni di bilancio, sia per gli ex Pip che per gli Asu. Tutte fandonie: i numeri non mentono. Seguo da anni la vicenda legata a questo bacino, mettendoci la faccia. Conosco bene le sue intrinseche problematiche, pertanto, a onor del vero, questa è la cifra esatta per coprire gli emolumenti destinati agli ex pip fino a chiusura d‘anno. Il resto è aria fritta”.

Articoli correlati