La vicenda dell inchiesta che ha coinvolto il giudice Silvana Saguto e le intercettazioni nelle quali, pur senza rilevanza penale, compare l’ex prefetto Francesca Cannizzo, aleggia nel corso della conferenza stampa di insediamento del nuovo prefetto di Palermo Antonella De Miro.

Della vicenda che ha fatto scrivere pagine e pagine e che con un effetto domino ha provocato il cambio di diversi incarichi tra cui anche quello di prefetto, il nuovo rappresentante del governo non ne vuole parlare.

Lo fa in pochi passaggi chiari senza mai entrare nella vicenda che ha coinvolto la sua collega. ”Mi sono sempre sentita credibile e ritengo che un rappresentante del governo per il ruolo di cerniera con il territorio debba avere un ruolo di grande credibilità. Poi siamo umani e chiunque può avere uno scivolone”.

Certo il ruolo del nuovo prefetto non è semplice. Nonostante le affermazioni e le dichiarazioni il capo della prefettura sa benissimo che deve ricostruire un rapporto con la città che ha sempre visto nella prefettura un luogo dove si possono e si sono risolte vertenze anche le più complesse e difficili.

Un lavoro paziente per riaprire il palazzo ai palermitani che in questi anni di crisi hanno trovato in via Cavour un luogo dove mettere attorno al tavolo la politica e le istituzioni per prendere decisioni alle quali si cercava di sfuggire.

Il nuovo prefetto pensa di farlo anche con gesti simbolici come quello di aprire al pubblico, quando e come sarà possibile, Villa Paino, la sede di rappresentanza dove si era tenuta una festa finita anche quella nell’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati a Palermo.

Come si diceva di questo il prefetto fa qualche accesso rispondendo a qualche domanda dei cronisti. Poi tira barra dritta sull’emergenze del capoluogo.

“Palermo è una realtà dalle grandi emergenze e per la quale mi accingo a lavorare rafforzando la rete istituzionale. Tra le priorità c’e’ la sicurezza con riferimento alla lotta alla microcriminalità e alla criminalità organizzata e al terrorismo.Non mi sento di individuare un obiettivo in particolare – ha aggiunto – le priorità in ogni caso si delineano lavorando sul territorio. Il Prefetto non lavora mai da solo ma la sua funzione è costruire una rete interistituzionale nel territorio per trovare soluzioni e raggiungere obiettivi condivisi”. Poi De Miro ha anche ricordato l’importanza del rapporto tra la Prefettura e la stampa e rivolta ai giornalisti ha detto: “In Sicilia avete assolto a una funzione di sviluppo della coscienza critica e contribuito alla Primavera siciliana, pagando anche voi un prezzo alto”. Il prefetto ha anche ricordato il gen. Carlo Alberto dalla Chiesa: “Oggi dormo nella stanza che è stata di Dalla Chiesa ed è un grande privilegio che ti carica di una grande responsabilità”.

“Sono una siciliana che torna a casa. Nelle altre esperienze ho sempre portato il mio orgoglio di essere siciliana – ha aggiunto – Con questa città ho un rapporto speciale, anzi viscerale. Sognavo segretamente di tornare a Palermo da prefetto. E’ stata una grande emozione”.