Dopo le dichiarazioni di Luca Sbardella, Commissario di Fratelli d’Italia in Sicilia, che lascia trasparire una analisi in corso sul caso Galvagno e Amata e non esclude decisioni nelle prossime ore, pur restando molto prudente, si sono scatenate le voci di pressing per chiedere le dimissioni soprattutto dell’assessore regionale al Turismo Elvira Amata.
Schifani smentisce: “Mai chiesto dimissioni”
A fronte delle notizie in base alle quali, riservatamente, il Presidente della Regione avrebbe chiesto a Fratelli d’Italia di rimuovere l’assessore o convincerla a fare un passo indietro per evitare che lo stesso Presidente della Regione sia costretto a prendere lui una decisione, il governatore smentisce e precisa: “Contrariamente a quanto pubblicato da un quotidiano, non ho mai chiesto le dimissioni di Elvira Amata, ne queste sono all’ordine del giorno”.
Anche l’Assessore Amata aveva smentito le voci di dimissioni imminenti con una sibillina frase
“Al momento l’unica determinazione che ho è quella di dimostrare la mia totale onestà di comportamento”.
Il Presidente resta in silenzio
Il governatore sceglie ancora di comunicare all’agenzia di stampa Ansa il suo pensiero come fatto anche da Luca Sbardella e con l’occasione risponde anche a chi lo accusa di aver perso una occasione già durante il dibattito d’aula scegliendo di restare in silenzio, seppur presente: “Sull’intera vicenda continuo a mantenere il doveroso riserbo istituzionale perché rispettoso nei confronti della magistratura ma anche dei colleghi che ricoprono autorevoli ruoli istituzionali” precisa in maniera chiara e diretta.
Schifani non lo ha chiesto ma FdI riflette
Anche se Schifani non lo ha chiesto fonti di partito confermano, invece, che fratelli d’Italia sta facendo una riflessione al suo interno. Una riflessione che potrebbe durare meno del pensabile: “A livello nazionale stiamo studiando il caso che coinvolge Gaetano Galvagno ed Elvira Amata” ammette il Commissario regionale di Fratelli d’Italia in Sicilia Luca Sbardella.
“E’ fuori di dubbio che le indagini della Procura di Palermo non possono paralizzare il Parlamento siciliano, a prescindere dalle evoluzioni per i singoli indagati – sottolinea Sbardella che resta prudente sul da farsi – questo ovviamente non vuol dire andare avanti come se nulla fosse”.
I pentastellati preparano la mozione di censura
“Ora basta, la misura è abbondantemente colma. La Sicilia non merita di essere governata in settori nevralgici come il Turismo da Fratelli d’Italia che in questo ambito ha dimostrato di saper fare solo sfracelli, come ampiamente dimostrano le vicende Cannes e See Sicily. Quanto trapela in questi giorni dalle pesantissime intercettazioni veicolate dalla stampa non fa che peggiorare un quadro già ampiamente disastroso. Schifani non può più temporeggiare, rimuova l’assessora Amata e sottragga l’assessorato una volta per tutte a Fratelli d’Italia o sarà l’Ars a pronunciarsi: già pronta la mozione di censura contro l’assessora, per la quale chiederemo a tutte le forze di opposizione di offrire il proprio contributo per una definitiva risoluzione di questa triste pagina di malapolitica siciliana” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
“In caso di votazione a Sala d’Ercole – dice Antonio De Luca – vorremmo proprio vedere se la maggioranza avrà il coraggio di salvare, per mero calcolo politico, un assessore il cui comportamento, secondo quanto emerge dai media, non sembrerebbe essere stato sempre sintonizzato sul bene collettivo. Le opache manovre che sembrano trasparire dalle intercettazioni riportate sui giornali, unitamente al mancato finanziamento della serie su Biagio Conte, non sono che le ultime gocce che hanno fatto traboccare un vaso già colmo da tempo, che da anni ci ha portato a chiedere la convocazione di un’aula dedicata a questo argomento e a Schifani di togliere l’assessorato al Turismo dalle mani di Fratelli d’Italia che di questo fondamentale ramo dell’amministrazione regionale ha fatto una sorta di feudo. I patrioti, si fa per dire, lo monopolizzano da due legislature, con ben 4 assessori che si sono alternati e sempre con pessimi risultati. È ora di dire basta: fossilizzazioni di questo tipo sono pericolosissime, sono nemiche della trasparenza e alla lunga producono pericolose incrostazioni burocratiche e clientelari, come quelle che le notizie di questi giorni sembrano evidenziare. Schifani si muova, non ha più scuse”.
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